Se non vi è sfuggita, qualche giorno fa la notizia della dodicenne che salva la nonna dal soffocamento con una manovra di disostruzione imparata dal papà soccorritore, allora può interessarvi anche sapere cosa si può fare quando ci si trova davanti ad una ferita che sanguina incessantemente.
Si chiama ‘Stop the bleed’, ferma l’emorragia nella traduzione a noi più familiare, ed è la campagna lanciata dalla Società Italiana di Chirurgia d’Urgenza e Trauma (Sicut), insieme al Capitolo italiano dell’American College of Surgeon, per sensibilizzare e formare i cittadini di ogni età e rango in modo che chiunque si trovi ad assistere ad un evento traumatico possa intervenire con semplici mosse per controllare un’emorragia ed aiutare la vittima in attesa dei soccorsi.
La campagna è stata presentata a fine novembre al Policlinico Umberto I di Roma, presenti numerose autorità tra le quali il viceministro della Salute Sileri e il presidente dell’Ordine dei Medici di Roma Magi.
Perché questa attenzione a dare ai cittadini le informazioni giuste su come utilizzare un defibrillatore, su come effettuare un massaggio cardiaco, utilizzare la manovra di Heimlich in caso di soffocamento – sempre, s’intende, dopo avere chiamato o fatto chiamare immediatamente i soccorsi – ed ora su come fermare una copiosa perdita di sangue che in pochi minuti potrebbe portare alla morte della persona ferita. Perché le emorragie dovute a trauma, di qualunque natura, rappresentano la principale causa delle morti evitabili, pari al 40% delle morti immediate. Si stima che il tempo medio per il dissanguamento vada dai 2 ai 5 minuti, mentre il primo soccorso medico, mediamente, arriva dopo 7 minuti. Le persone che si trovano sul luogo dell’evento possono fare la differenza, colmare questo gap.
L’obiettivo della campagna ‘Stop the Bleed’ è proprio quello di salvare vite attraverso un’adeguata formazione della popolazione. Pensiamo, ad esempio, quanto potrebbe essere utile per la sicurezza dei nostri figli e nipoti, che il personale scolastico fosse formato in questo senso, o che in ogni ufficio pubblico, centro commerciale, stazione della metropolitana e, perché no, anche in ogni automobile privata o pubblica vi fosse un kit con semplici dispositivi per tamponare nell’immediato una situazione fortemente rischiosa.
Già nel 2013, negli Stati Uniti, a causa del crescente numero di attentati, un gruppo multidisciplinare formato da medici, militari, forze di polizia, vigili del fuoco, Fbi e Consiglio di Sicurezza Nazionale stilò raccomandazioni per la risposta iniziale alle emorragie potenzialmente mortali in caso di maxi-emergenze e ne diffuse la conoscenza tra la popolazione.
Al di là di eventuali attentati che finora, fortunatamente, siamo riusciti ad evitare, è necessario che anche in Italia si crei una coscienza collettiva al riguardo e che prenda piede un programma educazionale che insegni come utilizzare le proprie mani o semplici dispositivi per controllare le perdite ematiche.
‘Stop the Bleed’ propone corsi completamente gratuiti per formare istruttori, vale a dire personale medico e infermieristico, che possano insegnare ai ‘laici’, iniziando dal personale che lavora in contesti pubblici come scuole, gruppi scout, vigili del fuoco, polizie municipali, e quindi ai cittadini, alle aziende o ai privati che ne facciano richiesta. L’obiettivo della campagna è ambizioso proprio perché è un dato certo che chiunque, non soltanto un professionista della salute, può salvare una vita. Pensiamo al giovane studente che è morto l’estate scorsa mentre stava scavalcando il cancello dell’università romana ‘Sapienza’ per assistere ad un concerto. Il fatto di avere riportato gravi ferite all’arteria femorale, ma soprattutto non esserci stato accanto a lui nessuno in grado di tamponare prontamente, con qualsiasi straccio, la ferita apporre un legaccio stretto a monte di essa per diminuire il flusso ematico, ha portato in pochi minuti al decesso dello sventurato. Questo, a pochi passi dal DEA, Dipartimento di Emergenza Assistenziale, del Policlinico Umberto I, uno dei più efficienti della Capitale.
B.A.
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