Il ricorso all’uso di antibiotici negli allevamenti animali, in agricoltura e in sanità sta avvelenando il mondo. L’allarme è stato lanciato dopo che sono stati monitorati i fiumi di 72 Paesi, nel 65% dei quali sono state rintracciate di sostanze prodotte da microrganismo superiori al livello normale.
Cresce l’emergenza inquinamento da antibiotici nei fiumi di tutto il mondo che in qualche caso superano i livelli di sicurezza di oltre 300 volte. Lo afferma uno studio dell’università di New York che sarà presentato al meeting della Society of Environmental Toxicology and Chemistry ad Helsinki.
Per testimoniare il disastro ambientale e sanitario legato all’uso eccessivo di antibiotici che si fa in agricoltura, nella sanità nelle industrie alimentari e negli allevamenti di animali, i ricercatori americani hanno testato i fiumi di 72 paesi in sei continenti. Dalla ricerca è emerso che tracce di antibiotici sono stati trovati nel 65% dei siti monitorati, compresi fiumi ‘storici’ come il Mekong o il Tamigi.
Gli autori hanno spedito in tutto il mondo 92 kit di prelievo, chiedendo a ricercatori locali di fare più campionamenti in diversi siti lungo i fiumi e analizzandoli poi per i 14 antibiotici principali. La ‘palma’ di fiume più inquinato va ad un sito in Bangladesh in cui il Metronidazolo, usato principalmente per alcune infezioni batteriche della pelle e della bocca, aveva un livello 300 volte maggiore rispetto a quello considerato di sicurezza.
“I limiti di sicurezza sono superati prevalentemente in Asia e Africa – spiegano gli autori -, ma anche in Europa e in America ci sono livelli di contaminazione preoccupanti, il problema è globale”. L’antibiotico più trovato è stato il trimetroprim, che si usa per le infezioni urinarie e che era presente in 307 dei 711 siti testati. La Ciprofloxacina è invece il farmaco fra quelli monitorati che supera più volte i livelli di sicurezza, in 51 campioni.
Le situazioni peggiori sono state trovate in Bangladesh, Kenya, Ghana, Pakistan e Nigeria, mentre in Europa un sito in Austria è quello risultato più inquinato. Il Tamigi ha una concentrazione totale di antibiotici di 233 nanogrammi per litro, spiegano gli autori, mentre in Bangladesh è 170 volte superiore. I siti più inquinati sono di solito vicino a impianti di trattamento dei rifiuti o in zone instabili dal punto di vista della sicurezza.
“Molti scienziati ora riconoscono il ruolo dell’ambiente nello sviluppo della resistenza agli antibiotici – spiega Alistair Boxall, uno degli autori -. I nostri dati dimostrano che la contaminazione dei fiumi può essere uno dei veicoli”.
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