Un gioco ‘normale’, una sorta di pentolaccia lo svago di antica tradizione dove i partecipanti bendati debbono colpire e rompere con un bastone un contenitore appeso (in origine era una pentola in terracotta chiamata pignatta), ripieno solitamente di dolcetti. Chi non lo ricorda o, per lo meno, non ne ha sentito parlare?
Niente da dire se alla ‘pentola’ si sostituisce un fantoccio. Ma se il fantoccio impersona quel Mussolini come fu esposto su piazzale Loreto – appeso per i piedi, a testa in giù – e se l’invito a bambini è di prenderlo a bastonate per vincere le caramelle, il discorso cambia completamente. O no?
“Giochi ‘educativi’ per bambini a Macerata”,
posta su Facebook il leader del Movimento Nazionale per la Sovranità Gianni Alemanno, dandone per primo la notizia. E qualcuno osserva subito: “Dalla sinistra verrà considerato sicuramente un gesto goliardico. Se fosse stato messo un fantoccio di Stalin e preso a freccette, invece ci sarebbe stato un processo mediatico. Questa è l’Italia…”.
Prendo spunto da un commento che sottolinea come nel giro di pochi mesi Macerata sia passata dall’anonimato più completo – se non per le notizie sul terremoto che l’ha colpita nel 2016 e scosse successive – ad essere sulla ‘cresta’ del telegiornali per l’efferato delitto con smembramento del corpo della romana diciottenne Pamela (che ancora attende sepoltura), per il quale due nigeriani sono in carcere da quasi tre mesi, alle manifestazioni pro-immigrati dopo che un imbecille maceratese già in cura per problemi psichiatrici ha sparato dalla sua auto in corsa su un gruppo di africani, ferendone alcuni, con l’intento presumibilmente di rivendicare l’omicidio della ragazza.
Complimenti all’ideatore del gioco esposto su una piazza del comune marchigiano che il Duce non trascurò di visitare nel 1936. Complimenti vivissimi all’ignoto ingegnere di un passatempo, anti-educativo al massimo perché null’altro può fare se non istigare i bambini alla violenza. Come se peraltro ce ne fosse bisogno.
Da sottolineare, infine, che passano gli anni e 70 sono davvero lunghi: quasi quattro generazioni in mezzo, e ancora un nemico da abbattere, Benito Mussolini. Non sarebbe meglio – e più onesto per destra, sinistra, centro: tutti – pensare invece ai problemi di oggi? E ce ne sono, basti solo pensare che a 50 giorni dalle elezioni non si intravede ancora l’ombra di un accordo per formare il nuovo governo. Nonostante gli sforzi del Presidente Mattarella di facilitare il dialogo tra Cinque Stelle e Pd nei quattro giorni concessi – contro i due assegnati al Presidente del Senato Casellati per esperire punti di contatti tra programmi del centro destra ed M5S – per trovare la quadra.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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