Reagire allo stress. Un imperativo per evitare che “la corda si spezzi”. Per esempio “reinventado” la propria vita, magari a cominciare dal lavoro.
Mai come oggi diventa sempre più importante, talora necessario, “re-inventarsi“. Ripartire con una nuova vita, magari con un’attività lavorativa diversa rispetto a quella svolta finora. In uno scenario attuale in cui certezze e stabilità sono intaccate dalla crisi economica, incombe troppo spesso il rischio, e purtroppo anche la realtà, di perdere il posto di lavoro: l’importante è trovare il modo di reagire e scoprire soluzioni alternative.
Ma come reagire allo stress per re-inventarsi?
Nell’aforisma “Cogito ergo sum”, Cartesio sintetizza così la caratteristica principale dell’uomo, il suo pensiero e l’universalità dei sentimenti e delle sue emozioni. Lo stress fa parte di questo patrimonio. È, infatti, nella natura dell’uomo incontrare e affrontare disagi e tensioni.
I saggisti americani definiscono lo stress come “un comune raffreddore della psiche”. È un’esperienza di carattere universale, inoltre è ampiamente dimostrato che l’ottanta – novanta per cento delle malattie è collegato allo stress, infatti le industrie americane spendono 300 miliardi di dollari l’anno per contenere il logorio psico-fisico, secondo i dati del Departement of Health and Human service.
Comunque, disponiamo di risorse personali in grado di prevenire tale problema e affrontarlo. L’importante è inquadrarlo ed aggredirlo nel momento stesso in cui fa la sua comparsa per la prima volta.
Per capire di cosa stiamo parlando, immaginiamo una corda che viene tirata, inizialmente resiste, ma non sappiamo quanto, finché in presenza di una trazione eccessiva cederà di schianto. Fenomeno analogo avviene nelle persona: se la pressione cui si è sottoposti diventa eccessiva, intollerabile, il crollo sarà inevitabile.
Ma il malessere da affrontare ha i suoi sintomi: crescente disagio di natura corporea, mentale e comportamentale. Come dire che patologia e disagio psicologico si sono già incuneati nel nostro corpo e nella nostra mente.
Non è possibile prevedere quando la persona crollerà di fronte allo stress. Ma conosciamo i fattori che possono accelerare o allontanare il punto di non ritorno: ossia la capacità di resistere allo stress e la resilienza allo stesso, ovvero la capacità di recuperare serenità.
Un pioniere delle ricerche sullo stress, Hans Selye, dimostrò che in un primo momento l’organismo si adatta alle difficoltà, precedute da una fase che si può definire di ‘allarme’. Ma dopo l’assorbimento di questa fase segue il crollo, clinicamente definito ‘Sindrome di adattamento generale’.
Adottare il giusto atteggiamento mentale, però, può convertire uno stress negativo trasformandolo in elemento di positività.
Già il filosofo Epitteto sosteneva che
”a turbare gli uomini non sono i fatti, ma le opinioni intorno ai fatti”.
Dunque, l’importanza del proprio pensiero è fondamentale nello sviluppo o nel contenimento dello stress. Si migliora o si peggiora a seconda dei nostri atteggiamenti e della capacità di risposta rispetto agli input esterni.
Personalità, ottimismo, coraggio, determinazione e fiducia: sono queste le caratteristiche che possono aiutare a reagire e a darsi nuove opportunità. Magari, “re-inventandosi” un lavoro, una nuova vita, ri-partendo ex-novo, da un fronte mai esplorato prima e sviluppando nuovi progetti, mettendosi in proprio.
Dunque, per sopravvivere allo stress è sufficiente più che mai di recuperare un atteggiamento positivo e fiducioso oltre che reattivo. Questa la ricetta per battere il male oscuro.
Pugliese, classe '73. Allieva di Vezio Ruggeri presso la cattedra di Psicofisiologia Clinica. Nel 2001 consegue la Laurea in Psicologia Clinica e di Comunità presso l'Universita "La Sapienza" di Roma, con tesi sperimentale sulle relazioni tra pubblicità che invitano al consumo di alcool e conseguenti modifiche nell'attivazione fisiologica del riflesso psico-galvanico. Nel 2003 comincia a pubblicare articoli su salute e sanità su vari periodici. Successivamente consegue un master in Sessuologia presso l'Aisc, e la specializzazione in Psicoterapia cognitivo comportamentale. Nel 2007 è responsabile psicologo del comune di Sant'Angelo Romano. Nel 2008 è assessore tecnico di indirizzo e verifica di Sanità e Servizi sociali per il comune di Mentana. Approva i piani di zona del 2008 - 2011 con il comune di Monterotondo capofila. Delegata dall’assessore ai Servizi sociali del comune di Palombara approva i piani distrettuali di “Pubblica Istruzione”, con Tivoli comune capofila nel 2009. Ha svolto attività di formazione in comunicazione efficace d'azienda. Sostenitrice della forte relazione mente-corpo si è occupata di preparazione atletica nella gestione dello stress. Ha approfondito le strategie di attivazione e misurazione dell'intelligenza presso l'Italian hospital group dal 2008 e il Sert dell'Asl Rmg. Dal 2009 è libero professionista, specialista nella cura di disturbi d’ansia, panico, disturbi alimentari, Adhd (iperattività infantile), disturbi specifici dell'apprendimento. È consulente tecnico di parte in ambito peritale per la certificazione del danno psicologico. Si occupa di mediazione familiare, strategie di genitorialità, di tutela e sviluppo dell'intelligenza e della salute psicologica dei minori.
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