Nell’era del boom delle sovraesposizioni, l’ultima tendenza tra i più giovani è fotografarsi in pose provocanti, in atteggiamenti sessuali più che espliciti. Neanche a dirlo, questa moda esportata dagli Usa dove però è già tramontata per lasciare il posto al no-selfie, ha sedotto in Italia una buona percentuale di ragazzi. A Roma, ad esempio, nella fascia compresa tra i 7 e i 20 anni, il 30% sfuggendo al controllo degli adulti si dedica al selfie anche durante le lezioni scolastiche. Ma, a proposito di adolescenti c’è un altro dato preoccupante, quello relativo alla percentuale di giovanissimi, soprattutto di terza media, che scommette on line ed è già da considerarsi a rischio ludopatia: il 22 per cento.
Sono questi alcuni dei dati presentati ieri dal Centro Italiano di Solidarietà (CeIS) Don Mario Picchi in occasione del convegno “Selfie: l’immagine imprigionata e violata dei giovani adolescenti” nell’ambito della seconda edizione del progetto “Pari&Impari”, cui collabora anche Roma Capitale, per la prevenzione dell’illegalità minorile mediante azioni di peer education (educazione tra pari o, meglio, prevenzione tra pari) in molte scuole romane.
Sempre a proposito di adolescenti c’è un altro dato preoccupante: il 22% di giovanissimi, soprattutto di terza media, che scommette on line ed è già da considerarsi a rischio ludopatia.
I dati del CeIS hanno considerato un campione di 3000 studenti, di età dai 7 anni ai 20 anni, di 14 scuole romane inserite nei quartieri Torre Angela, Tor Bella Monaca, San Basilio, Tiburtino Corviale e Magliana. I dati sono stati ricavati da questionari anonimi.
I dati mettono in evidenza che il 90% degli studenti è connesso sul web quotidianamente e per l’intera giornata. Ha un profilo Facebook e utilizza WhatsApp, unici veri interlocutori virtuali. Il 60% adolescenti è sul web anche di notte, quando l’occhio assonnato dei genitori, se ha vigilato di giorno – cosa che, considerati i numeri, risulta difficile oramai da credere – è chiuso per riposo. In questo senso una mano la dà la telefonia di ultima generazione (lo smartphone) che sostituisce il computer permettendo di eseguire tutte le operazioni in completa tranquillità, eludendo così il controllo degli adulti.
Questo è il mondo sommerso dei giovani adolescenti che si affidano con disinvoltura crescente alla rete. Una rete insidiosa, piena di pericoli – basti pensare a pedofili e/o eventuali ricattatori -, in grado però di togliere loro qualsiasi imbarazzo o timidezza, Mettendoli in un certo senso, e spesso solo non metaforicamente, a nudo. Loro, così aggressivi ed emancipati, come mostrano i selfie che mettono in rete, così fragili nella realtà. Del tutto inconsapevoli, come ha fatto notare alla presentazione del rapporto CeIS la vice presidente Patrizia Saraceno, dei potenziali rischi che un rapporto virtuale può occultare.
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