Sequestrati beni per 150 milioni di euro a Caltagirone

I finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno apposto i sigilli a beni mobili ed immobili di proprietà di Francesco Bellavista Caltagirone, o a lui riconducibili, per un valore complessivo di circa 145 milioni di euro.

Arrestato martedì per l’inchiesta sul porto di Fiumicino, all’imprenditore romano Francesco Bellavista Caltagirone spettano anche oggi gli onori della cronaca. I finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno apposto i sigilli a beni mobili ed immobili di sua proprietà, o a lui riconducibili, per un valore complessivo di circa 145 milioni di euro. Si tratta di uno dei più importanti sequestri, nella forma “per equivalente”, mai realizzato dalle Fiamme Gialle. Pensare che al Fisco italiano il costruttore risulta nullatenente, essendo fiscalmente residente in Lussemburgo!

Numerosi immobili oggi sequestrati, di assoluto pregio, sono intestati a società straniere o nazionali, con caltagirone_bellavista_francescomera funzione di schermo. Ma non è tutto, perché Caltagirone possiede anche un jet ed una maxi- imbarcazione di oltre 70 metri denominata “The One”, utilizzata regolarmente per spostamenti personali e vacanze. Il tutto senza che l’Agenzia delle Entrate fosse a conoscenza di questo ‘piccolo’patrimonio appartenente a Bellavista Caltagirone.

Dagli accertamenti, è emerso che il gruppo “ACQUA Pia Antica Marcia”, la cui holding capogruppo è la “Sapam S.p.A.”, faceva capo ad una società lussemburghese, a sua volta inserita in una catena di controllo costituita da altre imprese estere con sede in Lussemburgo, Antille Olandesi e Liechtenstein ed avente al vertice un trust con sede a Malta. Inoltre, il gruppo “SCA”, avente quale holding italiana la “Servizi contabili ed amministrativi” e formalmente distinto dall’altro gruppo ma anch’esso riconducibile a Francesco Bellavista Caltagirone, era ricompreso in una catena di controllo costituita da imprese con sede in Lussemburgo e Cipro, al cui vertice era ugualmente posto un trust, questa volta con sede nelle Isole Vergini Britanniche.

Grazie a numerose perquisizioni locali eseguite nel territorio nazionale presso imprese, studi legali e commerciali e abitazioni private, i finanzieri hanno acquisito molteplici elementi probanti della riconducibilità, sia in termini di proprietà che di gestione, a Bellavista Caltagirone, dei due citati gruppi societari, oltre che delle 45 imprese nazionali e delle società controllanti estere. Le indagini delle Fiamme Gialle di Roma hanno anche rivelato l’esistenza di una miriade di imprese estere, prevalentemente ubicate, oltre che in Lussemburgo, a Cipro, nel Principato di Monaco, a Madeira, in Francia ed in numerosi “paradisi fiscali” oltreoceano (tra cui le Isole Vergini Britanniche e le Antille Olandesi), per lo più utilizzate dall’imprenditore per l’intestazione di beni mobili ed immobili – questi ultimi ubicati sia in Italia che all’estero – nella esclusiva disponibilità sua e dei familiari.

Gli accertamenti hanno consentito di portate alla luce una galassia societaria costituita da ben cinquanta imprese con sede formale non in Italia, con l’attrazione a tassazione in Italia dei redditi dalle stesse conseguiti, pari a circa 600 milioni di euro, cui corrisponde un’imposta evasa, ai soli fini delle imposte dirette, di circa 162 milioni di euro. A conclusione delle indagini, il GIP del Tribunale di Roma ha disposto, su richiesta della locale Procura della Repubblica, il sequestro preventivo dei beni che, seppur formalmente intestati a soggetti giuridici italiani o esteri, con funzione di diaframmi interposti, sono da ricondurre alla disponibilità di fatto del citato imprenditore. In particolare, sono 23 gli immobili oggetto del provvedimento ablatorio, del valore complessivo di circa 15 milioni di euro, di cui 18 in Italia – tra cui appartamenti, anche di assoluto pregio, a Roma, Milano e provincia, Venezia ed una villa ad Anacapri – e 5 in Costa Azzurra (Francia). Tra i beni mobili figurano, invece, un lussuoso superyacht di 71 metri, battente bandiera di Madeira e del valore stimato di circa 100 milioni di euro nonché un aereo privato, tipo Falcon, formalmente intestato ad una società lussemburghese, attualmente custodito in un hangar di un aeroporto estero, del valore di circa 30 milioni di euro. Per i cespiti situati all’estero sono in corso le procedure rogatoriali per l’esecuzione del provvedimento di sequestro. Rispondono dei reati fiscali, oltre a Francesco Bellavista Caltagirone, diciasette persone, rappresentanti legali delle società ritenute “esterovestite”, i cui importi dell’evasione avrebbero superato le soglie di punibilità previste dalla normativa penal-tributaria. Tutti dovranno rispondere anche dell’accusa di associazione a delinquere, essendo emersa l’assegnazione ad ognuno di compiti e ruoli precisi quali la predisposizione delle bozze dei bilanci delle società estere, la loro revisione, funzioni di tesoriere, di prestanome.

A.B.

 

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