Si apre oggi il maxi processo a Mafia Capitale, che vede coinvolti quarantasei imputati e prevede circa 130 udienze da concludersi entro luglio.
“È la teoria del mondo di mezzo compà – si leggeva nelle intercettazioni diffuse a suo tempo dai Carabinieri del Ros – ci stanno come si dice, i vivi sopra, i morti sotto. E noi stiamo nel mezzo”.
Al vaglio del tribunale, questa mattina ci sono state le questioni preliminari e le istanze di costituzione delle parti civili, come quella di Roma Capitale firmata dal prefetto Francesco Paolo Tronca.
Codacons: danni ai cittadini per un miliardo di euro. Tra le istanze presentate, quella del Codacons che ha chiesto di inserire il Comune come responsabile civile per i danni che la corruzione dilagante ha portato ai cittadini romani. Secondo l’associazione dei consumatori, sussiste la “potenziale responsabilità civile della Pubblica Amministrazione per le condotte dei propri indipendenti”.
Essendo “il Sindaco il rappresentante dell’Ente Comune – si legge nel testo depositato in tribunale questa mattina- riteniamo che vi sia stata una grave duplice colpa e responsabilità” da parte del primo cittadino.
Presenti in aula questa mattina 22 imputati, tutti ai domiciliari con provvedimento cautelare. Tra loro, oltre Mirko Coratti, presidente del Consiglio comunale, anche uno dei maggiori indagati, ai domiciliari da ieri, Luca Odevaine,ex vicecapo gabinetto della giunta Veltroni.
Mafia si, Mafia no: il duello della Procura. “A Roma non c’è un sistema mafioso che gestisce la città. A Roma le cose si trascinano. A Roma la mafia investe in attività legali. Con Carminati non c’entro nulla”, ha affermato Odevaine, durante una pausa dai dibattimento. “Massimo Carminati – che dal giorno dell’arresto non ha mai parlato con i pm – in questo processo parlerà”, annuncia l’avvocato Giosuè Naso. L’ex Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari), “è intenzionato, al momento giusto, a difendersi in modo diverso dal solito perché vuole chiarire un sacco di cose e lo farà”.
Naso, come Luca Odevaine, insiste sull’estraneità del reato di associazione mafiosa: “Di tutta questa storia a Carminati ha dato particolarmente fastidio il fatto che il suo nome sia stato accostato alle parole ‘mafia’ e ‘droga’. Con la mafia non c’entra proprio nulla e la droga gli fa veramente schifo. E non parliamo delle armi che non sono mai state trovate”.
Anche per l’avvocato di Salvatore Buzzi, Alessandro Diddi, chiederà di nuovo il patteggiamento, perché “a Roma la mafia non esiste, c’è un cattivo, cattivissmo costume, ma non la mafia”. Attualmente Buzzi sta assistendo a questa prima udienza in video conferenza dal carcere di Tolmezzo (Udine).
Insomma, sembra che il punto principale su cui verterà la battaglia della Procura sarà riuscire a dimostrare il concorso in associazione mafiosa a carico degli imputati. Soprattutto dal momento in cui i vari avvocati difensori sono ben intenzionati a respingere l’accusa.
“Questa non è mafia, la mafia è una cosa seria. Questo processo doveva chiamarsi Corruzione Capitale”, ha asserito Fabrizio Gallo, avvocato di Roberto Lacopo, il gestore del benzinaio di Corso Francia, una delle supposte “basi” operative, secondo la tesi della Procura, per le attività illecite di Carminati.
Per il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, invece, parlare di “Mafia Capitale” è assolutamente corretto. In essa sarebbero poi presenti alcuni “tratti di originalità”, dovuti al fatto che le attività dei vari soggetti coinvolti avevano come campo d’azione primo e privilegiato l’ambiente capitolino. Per Pignatone, “una posizione da vagliare è quella dell’ex sindaco alemanno, attualmente indagato”.
I tre imputati “eccezionali”, Massimo Carminati, secondo la Procura il capo di una vera e propria associazione di stampo mafioso, il suo braccio destro Riccardo Brugia e il re delle cooperative Salvatore Buzzi non potranno essere presenti fisicamente in aula e dovranno seguire le udienze solo per mezzo video.
Cosa ne pensa la stampa straniera. Già un anno fa il Dailymail (UK) definiva Carminati come “the one-eyed mafia boss” e oggi, il Dailybeast parla di una “powerful gang knows as “Mafia Capitale”.
Questo tipo di organizzazione è considerata “the fifth major organized crime ring in Italy after the Cosa Nostra in Sicily, the ‘Ndrangheta in Calabria, the Camorra in Naples and the Sacra Corona Unita of Puglia”.
Secondo il giornale americano Dailybeast solo Cosa Nostra rappresenta la “Mafia” per definizione, ma “anti-organized-crime fighters in Italy refer to the new Mafia Capitale as a mafia as well, and the same units that fight organized crime elsewhere in the country are busy in Rome”.
Con il maxiprocesso a Mafia Capitale e a Carminati, “the last king of Rome”, “Roma si gioca la reputazione”, commenta invece il quotidiano francese Le Monde.
Laurea magistrale in Storia contemporanea presso L'Università degli studi Roma tre. Master di primo livello I mestieri dell’Editoria, istituito da “Laboratorio Gutenberg” di Roma con il patrocinio del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale presso “Università Sapienza di Roma”. Dopo la laurea ho svolto uno stage presso Radio Vaticana, dove ho potuto sperimentare gli infiniti linguaggi della comunicazione.
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