“Al di là dei numeri, manca la consapevolezza di quanto il problema sia attuale – precisa Sirica – È vero che il numero dei fumatori è in diminuzione ma questo incide in misura minima. E poi chi compra sigarette di contrabbando magari pensa solo di spendere meno e di creare un danno all’erario (secondo alcune stime, 650 milioni l’anno di mancati introiti tra accise e iva, ndr) senza rendersi conto degli effetti sulla salute e sull’economia legale e del ‘regalo’ alle grandi organizzazioni criminali”. Che, dicevamo prima, si sono organizzate anche per produrle in casa: nel giro di pochi mesi la Guardia di finanza ha scoperto anche in Italia due fabbriche clandestine, una in provincia di Pavia e una nel Nolano. Troppo presto per parlare di una nuova tendenza, abbastanza per dire che i contrabbandieri di casa nostra hanno risorse umane e materiali – manodopera straniera a basso costo e macchinari d’avanguardia – per “mettersi in proprio” anche su questo versante. Ma la maggiore quantità è di provenienza estera. Come entrano in Italia le ‘bionde’ contraffatte? “Via terra dal confine nord orientale (il 35% dalla Ucraina, ndr), soprattutto attraverso il Friuli Venezia Giulia”, spiega ancora Sirica, a bordo di tir o di furgoni in partenza per lo più da Russia, Bielorussia, Ucraina, Bulgaria, Polonia e Ungheria. “Via mare, in appositi container destinati ai porti di Gioia Tauro, Napoli o Genova; su autoarticolati con targhe estere caricati su traghetti e motonavi provenienti da Patrasso e Salonicco e diretti ad Ancona, Venezia e Bari; su piccole e veloci imbarcazioni o gommoni carenati provenienti dal Nord Africa con meta finale la Sicilia”. Su quest’ultima rotta, sono stati documentati legami con la tratta di migranti, ma solo per carichi ridotti.
I trafficanti non disdegnano nemmeno le rotte aeree: gli esperti parlano di ‘cross border trade’ per i corrieri che portano nei bagagli poche decine di stecche. In caso di sequestro, le perdite sono ridotte, ma se si riescono a sommare più viaggi il guadagno è assicurato. Prezioso in questo senso il contributo delle unità cinofile delle fiamme gialle, con pastori tedeschi che “grazie ad un lungo e particolare addestramento riescono a fiutare ogni tipo di tabacco, sfuso o confezionato”. I trucchi per nasconderle? Quelli classici: intercapedini e doppifondi di auto e camion, bobine di cavi elettrici e blocchi di gesso, tra le scatole di calzature, nei bracci delle gru, tra cassette di frutta e cartoni di vino e di yogurt. Un escamotage nuovo è il documento informatico con cui la dogana europea di ingresso attesta che un determinato prodotto, non commercializzabile in Europa, attraverserà il territorio dell’Unione solo per poi raggiungere un Paese extra Ue. “In realtà – continua Sirica – ci sono casi in cui le cheap white entrano in Europa, quasi sempre dal confine orientale, senza mai uscirne”. È accaduto in Spagna e Portogallo, ad esempio, e almeno una volta anche in Italia. Dove trovarle Tempi nuovi anche per i contrabbandieri che per vendere la loro merce sfruttano anche la vetrina virtuale del web: basta quindi una carta prepagata per acquistare tabacco illecito ma a prezzo conveniente. Salvo poi incappare in qualche truffa e rimanere a bozza asciutta ma a polmoni puliti. A.B.