Sono di sinistra, ma all’educazione gender nelle scuole non ci sto.

Daria Brancatisano è presidente di una associazione culturale laica, da sempre si riconosce nei valori della sinistra e crede profondamente nel rispetto e nella libertà della persona, qualunque sia il suo orientamento sessuale. Eppure si dice arrabbiata e preoccupata rispetto alla possibilità del diffondersi della teoria del gender nelle scuole.

Cosa ne pensa del ddl Cirinnà?

Mi lascia indignata il fatto che il governo si prenda la libertà di decidere su temi così importanti e delicati per il Paese senza aver mai di fatto creato un dialogo che preveda anche il coinvolgimento dell’opinione pubblica. Su temi importanti come questi è indispensabile che le scelte non cadano dall’alto come un’imposizione e che il governo non si lasci coinvolgere da ideologismi deteriori che rischiano di mettere in grave crisi lo statuto della famiglia e dunque l’intero futuro dello Stato. Inoltre decreti come questi in realtà non giocano nemmeno a favore degli stessi omosessuali.

Cosa ne pensa secondo lei la maggior parte dell’opinione pubblica sulla diffusione della teoria gender nelle scuole?

Penso che ci sia molta poca informazione e grande confusione, ma sono convinta che se venisse offerta davvero a tutti l’opportunità di conoscere con chiarezza il tema dell’educazione sessuale di genere, la maggior parte delle persone vi si opporrebbe con forza. Il maschile e il femminile sono due componenti da valorizzare e di cui tutti dovremmo andare orgogliosi. L’annientamento di questa ricchezza e la mescolanza tra i due generi che questo tipo di educazione sessuale vorrebbe diffondere tra i ragazzi nelle scuole va a grave danno dello sviluppo naturale del bambino e in generale a danno della scuola intera.

Daria oggi era presente in piazza S. Giovanni a Roma a manifestare contro l’appiattimento della diversità tra maschile e femminile che discende dall’ideologia gender, contro l’insegnamento di questa ideologia nelle scuole e soprattutto a favore del diritto di ogni bambino a crescere con una madre e con un padre. Come tutti i manifestanti Daria si è beccata un bel po’ di pioggia all’inizio e alla fine della manifestazione, ma ciò che contava per lei come per tutti era esserci, testimoniare il proprio dissenso e difendere i valori in cui crede.

Con lei una folla di bambini, genitori, adulti e ragazzi. Più di un milione? Forse si. Ma la cosa davvero singolare è stata la partecipazione di intere famiglie, un tipo di soggetto che non è facile da far scendere in piazza. E infatti Costanza Mariano dal palco non manca di far notare che forse ancora più persone sarebbero state interessate a partecipare, ma i disagi del viaggio e i costi non facilitano la presenza di genitori con bambini.

Finita la pioggia è cominciato un caldo opprimente, eppure le famiglie, che sono sempre piene di risorse, non si sono lasciate abbattere. Gli ombrelli sono allora serviti per riparare dal sole bimbi scalzi e un po’ bagnati, ma buonissimi. Anche loro, anche i più piccoli infatti sembrava avessero assorbito il clima d’entusiasmo della piazza e, nonostante il disagio, hanno mantenuto, davvero tutti, una insospettabile serenità. Forse mai come in questa circostanza parole semplici come “mamma” e “papà” hanno suscitato tanta emozione e calore tra la folla e la rinnovata scoperta della loro bellezza ha più di una volta scosso l’entusiasmo della piazza.

Insomma forse la manifestazione è stata meno aconfessionale di quello che si era detto, ma per quanti vi hanno partecipato il vero senso risiedeva nella vicendevole e numerosa corrispondenza di idee e di intenti.

Vania Amitrano

 

 

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