Decine di americani si sono radunati oggi davanti al ‘Pulse’, nightclub della Florida dove è avvenuta la sparatoria più grave della storia degli Stati Uniti, rivendicata dall’Isis attraverso Amaq, l’agenzia di stampa del Califfato.
“Chiama la polizia. Ora. Sono nel bagno. Lui sta arrivando. Sto per morire. Ti voglio bene mamma”. Sono queste le ultime parole di Eddie Justice, una delle 100 vittime (tra morti e feriti) della strage compiuta da Omar Mateen, trentenne americano di origine afghane, al club gay ‘Pulse’ di Orlando nella notte di sabato. La vittima scriveva l’ultimo sms dal bagno del locale, dove si era rifugiato per sfuggire all’attentatore che non si è fatto prendere vivo.
Il movente. Secondo il padre Mir Seddique “Il movente religioso non c’entra nulla, ha visto due gay che si baciavano a Miami un paio di mesi fa ed era molto arrabbiato”. “Siamo scioccati come il resto dell’America”, ha aggiunto. Ma dalle prime indagini spunta un video su Youtube in cui Seddique inneggia ai talebani afghani:“I nostri fratelli del Waziristan, i nostri guerrieri nel movimento e i talebani dell’Afghanistan stanno risollevandosi”. La polizia sta svolgendo indagini a 360 gradi.
Secondo quanto riportato dalla ex moglie del killer, Sitora Yusufiyed, Mateen (ex guardia giurata), interrogato due volte dall’Fbi per terrorismo nel 2013 e nel 2014, aveva già dimostrato di avere un temperamente violento. “‘Non era una persona stabile. Mi picchiava. Tornava a casa e iniziava a picchiarmi perche’ la lavatrice non era finita o per motivi analoghi”. La donna però non lo descrive come un fanatico religioso: “Preferiva trascorrere il suo tempo in palestra”.
Le reazioni della Casa Bianca. “Un atto di terrore e di odio”, ha affermato Barack Obama nel messaggio alla nazione in diretta tv. Per il presidente in carica, un ulteriore prova, semmai ce ne fosse stato bisogno, dell’assoluta necessità di porre un freno alla circolazione e la vendita delle armi negli Stati Uniti che al momento superano i 300 milioni.
Diversi gli approcci per i due candidati alla presidenza, ma entrambi insistono su temi caldi della politica interna USA: da una parte il controllo delle armi (Clinton) dall’altra il tema dell’immigrazione (Trump).
Mentre Hilary Clinton si allinea alla posizione di Obama, chiedendo controlli più severi, il candidato repubblicano Donal Trump ha sottolineatol’origine del “terrorista Omar Mir Saddique Mateen”, figlio di un immigrato dell’Afghanistan che ha apertamente dichiarato il suo sostegno per i talebani afghani… Secondo l’istituto di ricerca Pew, il 99 per cento della gente in Afghanistan appoggia l’oppressiva legge della Sharia. Noi ammettiamo negli Stati Uniti più di 100mila migranti dal Medio Oriente ogni anno. Dall’11 settembre, centinaia di migranti e i loro figli sono stati implicati in atti di terrorismo negli Stati Uniti”. Trump ha chiesto ed ottenuto l’appoggio della National Rifle Association e degli attivisti pro gun.
Diametralmente opposta la posizione della Clinton: Dobbiamo tenere armi come quelle usate la scorsa notte lontano dalle mani dei terroristi o di altri violenti criminali. Questo è il più terribile massacro nella storia degli Stati Uniti e ci ricorda una volta di più che armi da guerra non devono avere posto nelle nostre strade. E’ arrivato il momento di unirci e fare di tutto per difendere le nostre comunità e il Paese
Ma quello di Orlando è solo l’ultimo della lunga serie di massacri che si sono verificati in America negli ultimi anni. Dal 1999 vi sono state 17 stragi che hanno coinvolto anche studenti di scuole ed università. La più recente quella di San Bernardino, avvenuta il 2 dicembre scorso, quando una coppia di coniugi simpatizzanti dell’Isis hanno aperto il fuoco ed ucciso 14 persone all’Inland Regional Center di San Bernardino, in California.
P.M.
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