Street art ad Ostiense. L’arte alle fermate dell’autobus, sotto il ponte della Ferrovia, sui muri del quartiere. Un nuovo luogo espressivo nella Capitale. Il sottopasso di Ostiense pullula dell’impronta del dream team di fama internazionale: Moneyless, Martina Merlini, Andreco, 2501, Ozmo, Tellas e Gaia
hanno dotato la città di una grande opera di arte contemporanea urbana a diretto contatto con i cittadini, spiegano dall’associazione culturale 999Contemporary, promotrice dell’opera col sostegno del Municipio VIII.
Shelley e Gramsci accanto a tratti umani e disegni astratti. Colori e sigle. E poi c’è l’enorme murales apparso sulla ex caserma dell’aeronautica di Porto Fluviale, occupata dal 2003 da oltre 450 persone di diversa nazionalità. Un’enclave nell’Urbe che ora ha una facciata decisamente visibile. Autore: Blu, una vera e propria leggenda. E’ considerato, insieme a Banksy e Barry Mac Gee, tra più importanti street artist al mondo. Tanto per capire, nella più importante mostra sulla street art realizzata dal Moca di Los Angeles, a dipingere la facciata del museo è stato chiamato proprio lui. Ha lavorato in Sud America, Palestina, Londra, Grecia e Berlino. Ha un sito a forma di libro. Facciamo l’impossibile, ma non riusciamo a contattarlo in alcun modo.
Da due anni non parla con nessuno, vive come un monaco e non ha cellulare”, ci riferiscono.
La sua vita è tutta nella montagna di personaggi extraterrestri con tanti occhi quante sono le finestre che sembrano guardarci ad ogni passo, minacciando eventuali malintenzionati a non avvicinarsi. Denuncia sociale, tecnica e linguaggio visivo con un tratto autografo, un grande fumetto da leggere come si vuole. Su una caserma occupata che cade a pezzi, ma ha un esterno di grido artistico. “Contrasti metropolitani. Piacevoli”, dice Anna F, una residente.
Come quelli che invadono una zona dai mille volti, le fa eco Edoardo M. Le figure nel sottopasso mettono allegria, aggiunge Grazia F. In molti la pensano come lei. Franco R., commerciante, invece sottolinea: L’arte va bene, ma una caserma occupata in centro no. Giusto trovare un’altra soluzione. Nel rispetto di chi sta nella legalità.
Valentina Conti, romana, classe ’78, giornalista professionista. Scrive sul quotidiano Il Tempo. Una laurea con lode in Scienze della Comunicazione vecchio ordinamento (per intenderci, quando ancora non era nota ed era davvero una laurea…), con una tesi sperimentale mediatica in storia contemporanea sui giovani in politica fra il 1977 e l’89 (che oggi non sono più giovani e in politica ci sono lo stesso). Varie collaborazioni con diversi quotidiani e free press come Libero, Leggo, La Notizia, Epolis, settimanali di politica e cultura, mensili, testate online, fra cui la rivista “Nuove civiltà delle macchine” della Rai. Si occupa, prevalentemente, di cronaca e politica. Vincitrice della prima edizione del Premio giornalistico “Angelo Maria Palmieri” con un articolo pubblicato sul quotidiano Libero sui ‘sequestri di Stato’. Autrice di numerosi studi sulla politica nazionale letti in chiave storica. Addetta stampa di professione, ha lavorato oltre otto anni come ufficio stampa in Regione Lazio; si occupa della gestione di uffici stampa privati nei settori sanità, sociale, politica e altre tematiche.
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