Lo stress? Puoi vincerlo o a tavola o a letto. Ma la scelta anziché spontanea, pare sia condizionata dai cromosomi. Da uno studio inglese, presentato nei giorni scorsi a Liverpool alla Conferenza della Divisione di psicologia clinica della Società britannica di psicologia, risulta infatti che per combattere ansie, emozioni e insoddisfazioni ‘lei’ si rifugia in cucina, ‘lui’ in camera da letto. Uomini e donne, differenti già nei cromosomi oltre che anatomicamente, sono diversi anche, e soprattutto, nei momenti più critici della vita o di una relazione di coppia. Tipicamente femminile è infatti il buttarsi sul cibo per consolarsi del mal d’amore, quando invece tensioni e preoccupazioni ai maschi non fanno che procurare o accrescere una fame di altra natura. E’ il sesso il rimedio per la consolazione. E se non è quello condiviso con altra persona, si accontenta di ‘guardare’ ripiegando sulla pornografia.
Spiega John Barry dell’University College di Londra: “Per gli uomini fare sesso significa probabilmente evasione, è un modo per dissociarsi da qualunque problema si trovino ad affrontare. Durante l’attività sessuale – ricorda lo psichiatra, che ha condotto ricerche sulle strategie anti-stress messe in atto da maschi e femmine – vengono rilasciate endorfine, sostanze che producono una sensazione di piacere”. Una sorta di ‘farmaco naturale’, al quale gli uomini ricorrerebbero di più perché “per natura hanno una libido più alta”.
In un primo studio, su 115 maschi e 250 femmine – riporta il ‘Daily Mail’ – gli autori hanno indagato sulle strategie messe in atto dai 2 generi per gestire e superare lo stress. E’ risultato che il 27% degli uomini, contro solo l’11% delle donne, opta per sesso e pornografia; oltre la metà delle donne cerca invece conforto nel cibo, contro meno di un terzo degli uomini.
Una seconda ricerca, condotta sempre da Barry, ma con l’università di Portsmouth e i Central London Samaritans, ha coinvolto 20 terapeuti per far luce sulle differenze di genere rilevate fra le persone che chiedono aiuto quando hanno dei problemi. E’ emerso che in generale gli uomini fanno ricorso alla terapia se si trovano in difficoltà sul lavoro, le donne se una relazione amorosa va male. Ma mentre alle femmine piace parlare a lungo dei propri tormenti, i maschi chiedono una soluzione che sia il più rapida possibile; hanno fretta di voltare pagina e di continuare a vivere. Evidenze che confermano quelle di un sondaggio online condotto sul tema.
“Uno dei dati più interessanti – osserva Barry – è che l’80% dei terapeuti ha mostrato una certa riluttanza nel parlare in modo diretto delle differenze di genere riscontrate fra le persone che si rivolgono loro. Questo potrebbe dipendere da una certa cultura accademica che rende più accettabile discutere delle somiglianze fra i sessi, più che delle differenze. Se invece queste venissero prese in maggiore considerazione, la psicologia riuscirebbe ad attrarre più uomini”. Perché a fronte di una minore inclinazione maschile a bussare alla porta dei ‘medici dell’anima’, resta il fatto che gli uomini si suicidano 3-4 volte più delle donne.
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