Facebook, la rete sociale che ha già 11 anni di anzianità sulle spalle, alla quale ogni giorno accedono quasi 900 milioni di persone sembrerebbe aver prodotto l’anno scorso in Italia sia ricchezza che posti di lavoro. Lo sostiene uno studio commissionato dal social network alla società di consulenze Deloitte, che quantifica in 227 miliardi di dollari e 4,5 milioni di posti di lavoro l’impatto che la stessa società ha avuto a livello globale. Per il nostro Paese – dove ogni giorno 20 milioni di utenti, praticamente un terzo della popolazione, utilizzano Facebook – si parla di introiti per 6 miliardi di dollari (nel 2014) e di 70 mila posti di lavoro in più. La creazione di nuova occupazione è possibile soprattutto grazie allo sviluppo di app per la piattaforma, ma il business cresce anche nelle vendite di device e nel traffico telefonico generato.
Se ne è parlato a Roma, all’incontro sul tema “L’impatto economico di Facebook in Italia” che si è tenuto nei giorni scorsi a Roma, presso il ministero dello Sviluppo economico. E’ il primo evento ufficiale organizzato da Facebook a Roma, che ha rappresentato un momento di confronto sui temi di della competitività e dello sviluppo, in un Paese dove le Pmi rappresentano la spina dorsale di un’economia che non può più prescindere dal cogliere le opportunità offerte dal web e dall’innovazione tecnologica e digitale. A discutere dell’argomento esperti ed esponenti del panorama istituzionale, accademico e d’impresa, tra cui Daniele Capezzone, presidente commissione Finanze della Camera, Fabio Lalli, fondatore e amministratore delegato di Iquii, Alessandro Micheli, presidente di Confcommercio giovani, Francesco Sacco, professore della Bocconi e Marco Simoni, consigliere economico del presidente del Consiglio.
Lo studio di Deloitte evidenzia come Internet, la tecnologia e, in particolare, Facebook rappresentino leve strategiche che guidano la crescita e la creazione di posti di lavoro nel mondo e in Italia. L’incontro è stato anche l’occasione per parlare della recente partnership tra Facebook e Confcommercio, che ha portato alla firma di un protocollo d’intesa volto a favorire lo sviluppo dell’innovazione e della cultura digitale all’interno delle Pmi.
“Il digitale non è più un settore a parte, ma è integrante della nostra economia di cui le aziende di ogni dimensione e mercato devono poter cogliere già oggi le opportunità per rimanere competitive. Siamo orgogliosi, come Facebook, di fare parte di questa rivoluzione come strumento di business, di informazione e di mobilitazione”, ha dichiarato Luca Colombo, country manager Facebook Italia, che ha anche spiegato come i dati italiani siano in linea con i grandi Paesi.
Quanto Internet e i social network abbiano cambiato le abitudini della collettività, è noto a tutti. Mai si immaginava che questa ‘rivoluzione sociale’ avesse influito anche sull’economia nostrana. C’è da chiedersi se in un periodo così triste per il lavoro, soprattutto per i giovani, davvero l’incremento dell’utilizzo della Rete e dei social network possa aiutare a risolvere un problema come la disoccupazione. Il consigliere del premier Matteo Renzi, Marco Simoni, è convinto di sì: “Se ci connettessimo di più a Internet ci sarebbero più posti di lavoro – ha sottolineato – Se in Italia si connettessero alla Rete lo stesso numero di persone che si collegano in Francia, avremmo 70 mila posti di lavoro in più”.
E, allora, vele spiegate e vai con la navigazione! Sperando sempre che il vento tiri dalla nostra parte.
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