Il ministro degli Interni Alfano era “Angelino” mentre l’ex direttore generale dell’Inps, Vittorio Crecco, il “mitico”. Ma non sono solo gli appellativi ciò che esce fuori dalle intercettazioni di Raffele Pizza riportate oggi da Repubblica. Secondo la Procura di Roma, dal suo ufficio di via Lucina, a pochi passi da Montecitorio, Pizza reggeva i fili di un intricato sistema di favori, interessi politici, corruzione, riciclaggio connessi agli appalti pubblici nella Capitale.
Il fratello di Alfano assunto alle Poste. Il 9 gennaio del 2015 Raffele Pizza parla al telefono con Davide Tedesco, collaboratore del ministro Alfano: “Pizza – scrive la Guardia di Finanza – sostiene di aver facilitato, grazie ai suoi rapporti con l’ex amministratore Massimo Sarmi, l’assunzione del fratello del ministro in una società del Gruppo Poste”.
Angelino lo considero una persona perbene un amico… se gli posso dare una mano… mi ha chiamato il fratello per farmi gli auguri…tu devi sapere che lui come massimo (di stipendio, ndr) poteva avere 170.000 euro… no… io gli ho fatto avere 160.000.
Alfano si difende: “è tutto una strumentalizzazione politica”. “Siamo di fronte al ri-uso politico degli scarti di un’inchiesta giudiziaria afferma il ministro dell’Interno Angelino Alfano – . Ciò che i magistrati hanno studiato, ritenendolo non idoneo a coinvolgermi in alcun modo, viene usato per fini esclusivamente politici. Le intercettazioni non riguardano me, bensì terze e quarte persone che parlano di me. Persone, peraltro, che non vedo e non sento da anni”.
Nell’occhio del ciclone non solo Pizza e suo fratello Giuseppe, segretario nazionale della Nuova Democrazia cristiana ma anche l’on. Antonio Marotta (Area Popolare, Ncd Udc) che secondo il giudice riceveva denaro “come corrispettivo del promesso interessamento” all’indagine iniziata dalla Procura e “asserita possibilità di influenzarla a favore degli indagati grazie alle sue conoscenze nella magistratura e nella Guardia di Finanza”.
L’on. Marotta: “lì c’è il potere vero”. Il 3 marzo 2015 Marotta confida a Luigi Esposito di essere stanco di fare il deputato, carica che non avrebbe niente a che vedere alla precedente, quando era membro del Csm (Consiglio superiore della Magistratura). Questo il testo dell’intercettazione “captata furtuitamente” dalla Fiamme Gialle.
…no, loro lo fanno, però devono passare i 4 anni, perché sennò non ci posso tornare, no? Io se potevo rimanere lì me ne fottevo di venire a fare il deputato a perdere tempo qua….che c. me ne sfottevo….stavo tanto bene là, il potere là è immenso, là è potere pieno, non so se rendo l’idea…ci sono interessi….sono legati grossi interessi…grossi interessi non avete proprio idea….
“Siamo convinti che riuscirà a dimostrare la sua assoluta estraneità alla vicenda”, ha commentato il ministro dell’Interno e leader di Ap, Angelino Alfano, entrando alla Direzione nazionale di Ncd (Nuovo centro destra).
Il “mitico” Vittorio Crecco. Pizza si sarebbe interessato anche a Vittorio Crecco, “mitico” perchè “è la prima volta che me capita uno che viene nominato dalla destra e dalla sinistra”, spiega al senatore di Ncd Guido Vicenconte. Secondo il “tuttofare” del sistema, Crecco sarebbe diventato direttore generale dell’Inps grazie ad una buona parola di Silvio Berlusconi e a Pizza stesso, che gli aveva presentato il Cavaliere.
Sempre il 9 gennaio 2015 il nome di Alfano spunta di nuovo, in un’altra conversazione, tra Pizza e Danilo Lucangeli, a proposito di una richiesta da parte di “non meglio specificato generale del corpo per una collocazione pressoi i servizi di informazione”. Ecco il testo.
Allora Cannalire (Antonio, il manager vicino a Massimo Ponzellini, ex presidente di Banca Popolare di Milano, ndr) mi parlava di questo suo amico del Generale della Finanza che li vorrebbe” Pizza: “Che vorrebbe?” Lucangeli: “Il vice Comandante generale della Finanza” Pizza: “Che vuole?” Lucangeli: “Vorrebbe in qualche modo cercare se è possibile, ho detto, la collocazione con Manenti (Alberto, l’attuale direttore dell’Aise, ndr) Pizza: “Con Ma… io non posso! potrei fare una cosa diversa, provare a presentarglielo. Se ci riesco, e se mi dà l’ok Alfano”.
Allora Cannalire (Antonio, il manager vicino a Massimo Ponzellini, ex presidente di Banca Popolare di Milano, ndr) mi parlava di questo suo amico del Generale della Finanza che li vorrebbe”
Pizza: “Che vorrebbe?”
Lucangeli: “Il vice Comandante generale della Finanza”
Pizza: “Che vuole?”
Lucangeli: “Vorrebbe in qualche modo cercare se è possibile, ho detto, la collocazione con Manenti (Alberto, l’attuale direttore dell’Aise, ndr)
Pizza: “Con Ma… io non posso! potrei fare una cosa diversa, provare a presentarglielo. Se ci riesco, e se mi dà l’ok Alfano”.
Queste sono ovviamente solo alcune delle carte in mano al Gip Giuseppina Guglielmi, dalla quale emerge una vera e propria “associazione delinquenziale di privati con ramificazione negli appalti pubblici”.
Tra le tante intercettazioni anche alcune fortuite, come quella captata il 12 dicembre 2014 in cui Benedetti, (società di carta e fatture false), commentantava le nomine decise dal governo Renzi. “Io con tutti gli amici che c’avevo m’ha levato un sacco di possibilità… perché levà Sarmi, tenere Croff… c’ha messo quel coglione di che quello non se po’. Dopo tanti anni vanno sotto con il bilancio le Poste…Caio, là… l’Agenzia delle Entrate ce doveva mette un amico ed è uscita fuori sta Orlandi, che è un’allieva de Visco, il ministro la… ma tutti de sinistra e quasi tutti toscani, gente che non se conosce e te devi rifà da capo tutte le grotte (fonetico)”.
P.M.
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