Lo studio 5 di Cinecittà, storico teatro di posa di Fellini, si è trasformato in una enorme sala cinematografica che, a partire da questa sera e per tutto il mese di febbraio, proietterà l’ultimo lavoro di Quentin Tarantino, The Hateful eight. Un western con cui, racconta il regista oggi in conferenza stampa, è riuscito in realtà a fondere cinque generi in unico film, prendendosi anche un po’ gioco del pubblico.
Questa sera l’anteprima esclusiva dell’atteso film, The Hateful eight, che al momento gode già di un Golden Globe per la miglior colonna sonora, realizzata dal maestro Morricone, e di tre nomination agli Oscar. Per l’occasione il teatro 5 di Cinecittà ha fatto spazio a ben 888 poltrone e ad un mega schermo di 21 metri per 8 che servirà a valorizzare la proiezione del film realizzato nel costoso formato 70 mm. La versione originale intratterrà il pubblico in sala per tre ore e dieci, graziate da 12 minuti di intervallo, proprio come accadeva per le proiezioni dei grandi colossal.
The hateful eight forse non è il miglior film della stagione, ma rappresenta indubbiamente un evento nel panorama cinematografico. In esso tutto, dal regista, al cast tecnico, agli attori e persino il genere promettono grandi sorprese. E le promesse in effetti non vengono del tutto disattese.
Tarantino, regista di capolavori pulp, disincantati e dal ritmo incalzante, si cimenta di nuovo con un western, ma a modo suo. Tanti i cenni che rendono omaggio al grande genere a cui anche il cinema italiano ha dato il suo contributo di tutto rispetto con registi come Leone, Corbucci o Sollima. Su tutto spicca la scelta, evidentemente vincente, di Ennio Morricone per la composizione della colonna sonora. Ma per il resto questa volta a Quentin andava di giocare un po’ con il pubblico ed ha creato un film che prima coinvolge con uno stile narrativo molto teatrale, poi sorprende con l’inserto dell’elemento giallo in stile Christieniano e infine sconcerta in pieno stile Tarantino.
Perciò in effetti si può parlare di un western, drammatico, con elementi thriller, horror e action. Cinque al prezzo di uno. Il regista se ne compiace e gli attori si divertono: giocano con i loro ruoli e danno ottime prove di interpretazione. Samuel L. Jackson, Kurt Russell, Jennifer Jason Leigh (nomination come miglior attrice non protagonista), Walton Goggins, Demián Bichir, Tim Roth, Michael Madsen e Bruce Dern sono gli odiosi otto costretti dalla bufera ad una momentanea e pericolosa convivenza forzata in una locanda isolata nel mezzo delle montagne. Si relazionano, si fronteggiano, ma nessuno di loro è davvero la persona che appare all’inizio.
Tarantino spiega che il film non ha significati politici, almeno non nelle intenzioni, ma si parla di discriminazione razziale, di giustizia e di pena di morte. Tuttavia, per quanta riflessione si possa trarre da questi temi, su tutto domina incontrastato il surreale, sarcastico, inconfondibile nichilismo del regista.
The hateful eight sarà nelle sale a partire dal prossimo 4 febbraio.
Vania Amitrano
Laureata in Lettere, amante dell’arte, dello spettacolo e delle scienze umane, autrice di testi di critica cinematografica e televisiva. Ha insegnato nella scuola pubblica e privata; da anni scrive ed esplora con passione le sconfinate possibilità della comunicazione nel web.
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