Telegram, è il nuovo social network che rischia di diventare il maggiore competitor di WhatsApp. L’idea innovativa punto di forza del nuovo dispositivo, gratuito e che garantisce un alto livello di provacy, è quella di permettere l’invio di messaggi criptati che dopo un determinato lasso di tempo dalla lettura si autodistruggono. Telegram è stata lanciata lo scorso agosto per iPhone dai fratelli russi Nikolai e Pavel Durov, e a ottobre per Android: inizialmente registrava 100 mila utenti di media giornaliera. A far lievitare esponenzialmente i contatti di Telegram, è stato l’acquisto di WhatsApp da parte del proprietario di Facebook e il successivo black-out di cinque ore dello scorso sabato. In un solo giorno Telegram ha registrato ben 5 milioni di nuovi utenti. Nel giro di una settimana, la nuova chat è balzata al 17esimo posto nella classifica generale di Android in Italia, e al primo posto sull app store per iPhone, proprio davanti a WhatsApp, nella categoria dei social network.
Telegram assicura una chat blindata: messaggi criptati e dopo un determinato lasso di tempo dalla lettura si autodistruggono, inoltre un’altra caratteristica unica è l’opzione per nascondere i messaggi, non lasciando tracce sui server. È facile da usare come WhatsApp, ma è gratuita e grazie ai server distribuiti in tutto il mondo garantisce maggiore velocità nei tempi di consegna dei messaggi e maggiore sicurezza. Un altro fattore che lo differenzia, è l’organizzazione “cloud based’” dei contenuti, cioè la possibilità di accedervi da qualsiasi dispositivo, anche dal computer. ‘’Ci aspettavamo un milione di nuove registrazioni al giorno, 5 milioni è qualcosa di folle. Francamente, avremmo preferito avere una crescita graduale. Il nostro piano era quello di essere pronti per questo genere di esplosione nel giro di un paio di mesi, non ora”. Così i fratelli Durov sul profilo Twitter e quello ufficiale dell’app. Ma i milioni di nuovi utenti hanno cambiato le carte in tavola, e grazie a loro la nuova chat sta decollando ad un ritmo inaspettato, addirittura rischiando di essere un’alternativa anche più valida di WhatsApp.
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