Dopo gli attentati di Parigi, la Francia è in guerra. Lo ha sostenuto il presidente della Repubblica François Hollande davanti alle camere riunite a Versailles. Hollande ha evocato la possibilità di cambiare la Costituzione per meglio combattere il terrorismo internazionale.
Da Antalya, dove ha partecipato al G20, gli ha dato ragione a distanza il presidente degli USA Barack Obama: “L’ISIS è il volto del male, dobbiamo distruggerlo”, sostiene l’inquilino della Casa Bianca. Ma “l’invio di truppe di terra – avverte – sarebbe un errore”.
“Ritengo, in coscienza, che dobbiamo far evolvere la nostra Costituzione per agire contro il terrorismo di guerra”, ha detto Hollande a Versailles. Gli articoli portati ad esempio sono il 16, sui poteri straordinari del presidente in caso di minaccia allo Stato, e il 36, che si occupa di stato di guerra e interventi armati all’estero.
Hollande ha promesso di intensificare i raid in Siria e ha ringraziato i piloti che ieri hanno bombardato Raqqa, la città dello Stato mediorientale che fa da capitale all’ISIS. “Non dobbiamo contenere quest’organizzazione, la dobbiamo distruggere”, ha dichiarato.
Prima di andare a Versailles, a mezzogiorno, il presidente e diversi ministri del governo guidato da Manuel Valls hanno scelto di osservare il minuto di silenzio – osservato in tutta la Francia in memoria delle 132 vittime degli attentati di venerdì scorso – all’università della Sorbona, un gesto simbolico di solidarietà per la morte di tanti giovani.
Dalla Turchia, Obama ha spiegato il suo punto di vista nella conferenza stampa che ha tenuto alla fine del G20. Contro l’ISIS – non “uno Stato ma un gruppo di assassini” – bisognerà adottare una strategia “non convenzionale”, che non può prescindere dalla fine della guerra civile in Siria.
“Non basta colpire l’ISIS in Siria e Iraq”, avverte Obama: occorre “intensificare le nostre strategie contro ogni singolo gruppo terroristico”, senza dimenticare di “fare di più per il popolo siriano e i rifugiati”.
“Siamo uniti di fronte alla minaccia dell’ISIS”, ha proseguito il presidente USA. “E abbiamo raggiunto un nuovo accordo per semplificare la condivisione di informazioni di intelligence e militare con la Francia per prevenire nuovi attacchi”.
L’unione fa la forza anche secondo il presidente russo Vladimir Putin, che ha parlato alla fine di un faccia a faccia con il premier britannico David Cameron. “I recenti tragici eventi in Francia dimostrano che dobbiamo, e avremmo dovuto farlo molto tempo fa, unire le forze per combattere contro questo male”.
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha messo l’accento su una strategia di grande respiro: “Non possiamo immaginare di risolvere tutto con eventi che durano un tempo limitato, occorre una grande strategia politica”. “Da tempo – ha continuato – diciamo che serve una strategia e non solo una reazione di fronte al terrorismo, un dramma che non riguarda solo un Paese”.
La possibilità per il presidente della Repubblica francese di rivolgersi alle Camere in seduta comune è stata reintrodotta nell’ordinamento costituzionale transalpino solo nel 2008. Nel 1873, ai tempi della fondazione della terza Repubblica, i legislatori avevano scelto di vietare la prassi nel tentativo di arginare lo strapotere del Presidente ed evitare una deriva autoritaria come quella seguita da Napoleone III. Nel 2008 – in uno Stato diversissimo, e con ben altre garanzie di democraticità rispetto all’Ottocento – la norma è stata inserita, non senza polemiche, nella revisione costituzionale voluta da Nicolas Sarkozy.
F.M.R.
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