Gli sforzi nazionali “per contenere il rischio terrorismo” sono “insufficienti”.
Questo quanto emerge al termine della riunione del Consiglio Supremo dei Difesa, presieduto dal Presidente Napolitano con i vertici del governo e dello Stato Maggiore.
“Il quadro della situazione internazionale mostra tensioni e instabilità crescenti – si legge nella nota diffusa dal Quirinale al termine del vertice – La pressione militare dell’ISIS in Siria e in Iraq implica rischi rilevanti per l’Europa e per l’Italia, anche per la forza attrattiva che il movimento sembra poter esercitare su altre formazioni jihadiste e dell’estremismo islamico in aree non contigue ai territori controllati”.
A fronte di questo quadro, che alza ancora l’asticella di attenzione su azioni eversive di matrice estremista si rende “necessario che l’Italia, insieme a Nazioni Unite e Unione Europea, consideri con estrema attenzione gli eventi in corso ed eserciti ogni possibile sforzo per prevenire, in particolare, l’ulteriore destabilizzazione della Libia”.
Massima attenzione sulle azioni dei cosiddetti Foreign fighters che “rende evidente l’esigenza di uno sforzo integrato e senza soluzione di continuità, sia sul fronte informativo sia su quello esecutivo, da parte dei dispositivi di sicurezza esterna e interna nazionali e internazionali”.
Il Colle ritiene fondamentale “una rapida trasformazione delle nostre Forze Armate e dell’organizzazione europea della sicurezza. Se le prime dovranno essere rese più pronte ed efficaci rispetto ai compiti da assolvere nelle aree di prioritario interesse per il nostro Paese, il solo sforzo nazionale non potrà essere sufficiente a garantire l’Italia, come ciascuno degli altri Paesi europei, dalle minacce e dai rischi che si prospettano già nel breve termine” considerata “la ridotta disponibilità di risorse” che limiterà “in termini di uomini e mezzi” il “contributo italiano agli obiettivi della sicurezza nazionale”.
In questo senso il Consiglio Supremo auspica “il rilancio delle istituzioni della global governance che operano” nel settore sicurezza, a partire dalla “Common Scurity and Defence Policy”.
E proprio nella direzione della riorganizzazione della sicurezza che il Consiglio guarda. Se da una parte “il Libro Bianco darà indicazioni circa la strategia di integrazione politico-militare che il Governo intende realizzare in ambito UE e NATO” dall’altra la sfida da vincere, “attraverso l’integrazione”, è “quella dello sviluppo della massima sinergia tra le diverse componenti logistiche e amministrative, ma soprattutto operative e di comando delle Forze Armate rispetto agli effettivi compiti da assolvere”. La realizzazione di una struttura dello Stato “meno onerosa ma, allo stesso tempo, in grado di servire più efficacemente il cittadino” diventa quindi prioritaria soprattutto considerato il livello della minaccia.
Intanto il presidente dei senatori di Forza Italia, Paolo Romani, e l’ex ministro della Difesa Mario Mauro, leader dei Popolari per l’Italia, al rientro da una tre giorni nel Kurdistan iracheno, sottolineano la gravità della situazione in Medioriente:
“Isis – affermano in conferenza stampa – è una brigata internazionale di criminali, il peggio che l’Occidente e l’Europa hanno potuto esprimere al livello criminale è lì”, visto che l’Isis “sta facendo fuori tutti”. “Questi criminali – aggiungono – hanno intercettato le istanze della minoranza sunnita contro il governo sciita”. Per questo è fondamentale “rompere questo accordo” anche ricorrendo a bombardamenti. L’Italia ha “mandato qualche vecchio fucile e un po’ di munizioni che non e’ esattamente quello che si aspettavano da noi”.
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