Il primo ministro francese Manuel Valls lancia l’allarme: in Europa i jihadisti potrebbero usare armi chimiche o batteriologiche. Valls ha parlato davanti all’Assemblea nazionale, che oggi ha approvato il progetto di legge che prolunga di tre mesi lo stato d’emergenza dichiarato nel Paese dal presidente François Hollande.
“L’immaginazione macabra di chi dà gli ordini non ha limiti”, ha detto il primo ministro: “Oggi non bisogna escludere niente, e lo dico con tutte le precauzioni che si impongono ma lo sappiamo e lo abbiamo in mente, può esserci anche il rischio di armi chimiche e batteriologiche”.
Intanto il ministero della Salute francese ha ordinato un gran quantitativo di antidoto contro il sarin, il micidiale gas nervino già usato in passato per attentati terroristici, come quello compiuto giusto vent’anni fa dalla setta Aum Shinrikyo nella metropolitana di Tokyo.
La reazione al terrorismo dev’essere europea, sostiene Valls. È urgente che la UE adotti il PNR, il dispositivo di registrazione dei passeggeri aerei. E in generale serve un controllo più attento degli spostamenti attraverso i confini della UE, anche nel caso dei cittadini europei, che possono viaggiare liberamente all’interno del territorio dell’Unione. “Se ciò non avverrà, la sopravvivenza di Schengen è a rischio”, avverte Valls.
Sembra che la UE sia intenzionata ad accogliere la sua linea. In effetti, nella bozza filtrata alla stampa della risoluzione che domani sarà sul tavolo del Consiglio UE straordinario dei ministri dell’Interno dei 28 si fa riferimento a un impegno comune “ad effettuare i necessari controlli sistematici e coordinati alle frontiere esterne, anche per i cittadini dell’area di libera circolazione”.
Il capo del governo francese punta il dito sul “ritorno in Francia di quanti sono partiti per il jihad”. Secondo i dati più recenti i foreign fighters francesi di ritorno sarebbero 247, su un totale di 966, contro 142 morti accertati.
È proprio sul proselitismo fra i musulmani europei, infatti, che i registi dell’ISIS contano per esportare la strategia del terrore. Per cercare di contrastarli, Valls ha proposto di creare una “struttura per giovani radicalizzati”, la cui sede potrebbe essere individuata già prima della fine dell’anno. Valls suggerisce di ammettere per primi gli aspiranti jihadisti pentiti, per mettere alla prova allo stesso tempo il funzionamento della struttura e la sincerità della loro ritrattazione.
Intanto, agli avvertimenti di Valls fanno seguito le dichiarazioni di Hollande. “Ci colpiscono perché siamo un Paese libero”, ha dichiarato il Presidente in un applauditissimo discorso alla fondazione Chirac.
La Francia non deve perdersi per vincere la guerra, e risponderà all’odio con la fratellanza, al terrore con la forza del diritto, al fanatismo con la speranza. La Francia risponderà restando la Francia.
Filippo M. Ragusa
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