Alta moda anni ’50, un piccolo paese sperduto nel deserto australiano con pochi ed ottusi abitanti, un mistero, una maledizione, un paesaggio western, una vecchia signora folle, sarcastica e disarmante e una donna bella ed elegante che viene da lontano. Sono gli elementi che compongono la storia stupefacente e bizzarra di The dressmaker, ultimo lavoro della regista australiana Jocelyn Moorhouse, con una brillante Kate Winslet nel ruolo di protagonista.
Al festival del cinema di Torino non si rischia di vedere commedie scontate o leggere. Originalità e follia restano le caratteristiche imprescindibili delle opere presentate in tutte le sezioni della manifestazione. The dressmaker non fa eccezione. Si tratta infatti di una commedia dark, un po’ pop e un po’ surreale, tratta dall’omonimo romanzo del 2000 di Rosalie Ham.
Dangatar, Australia 1951, una giovane donna scende da un treno, elegantissima, in uno splendido abito d’alta moda e posa in terra la sua valigetta, una Singer che solleva un po’ di polvere: “Sono tornata, bastardi!“. Comincia così la storia di Tilly Dunnage, affascinante e talentuosa sarta e creatrice di moda che, dopo anni trascorsi in diversi atelier di Parigi, torna in Australia per stare accanto all’eccentrica madre Molly (Judy Devis). Ma Tilly non torna solo per recuperare il legame con Molly, in realtà sente il bisogno di far luce su un mistero che la affligge dalla sua infanzia e che fu la causa del suo allontanamento dalla madre e dal paese nativo. Tilly intende scoprire se è davvero colpevole di un omicidio come gli abitanti di Dangatar le hanno sempre fatto credere. Per farlo si espone coraggiosamente alla presenza di tutti i suoi giudici meschini catturandoli con il suo fascino e le sue straordinarie abilità sartoriali. La delicata e saporita rivalsa che Tilly riesce a prendersi costituisce anche l’occasione per ricucire, nel vero senso della parola, il rapporto profondo con la madre. Tuttavia la sua rivincita sul passato, man mano che la verità torna a riaffiorare anche nella sua mente, si trasforma sempre più in una vendetta velenosa e devastante.
La Winslet ricorda: “Quando ho letto per la prima volta la sceneggiatura, ho notato quanto questa donna sia diversa da tutte le altre. In lei c’è una forza incrollabile, a volte quasi aggressiva; è una donna che ha dovuto affrontare sfide importanti per diventare quella che è”.
The dressmaker ha il pregio di affascinare con una storia strana, drammatica ma al tempo stesso follemente ironica e divertente. Il film si avvale di un cast dalle straordinarie doti interpretative. Oltre Kate Winslet, anche July Devis, sua madre, e Hugo Weaving, il pittoresco sergente Farrat, riescono a creare personaggi interessanti e originali. Tutto poi è incorniciato dalla bellissima fotografia, fortemente evocativa e pittorica, di Donald M. McAlpine (premio Oscar per Moulin Rouge!). E naturalmente costumi favolosi, di grande pregio, che producono un contrasto curioso e interessante con il desolante contesto scenografico del film.
Eppure un difetto The dressmaker lo ha e nemmeno troppo trascurabile. Verso la seconda metà della storia la Moorhouse sembra perdersi in un delirio narrativo. Gli intrecci tra i personaggi si complicano fino a creare, letteralmente, un’esplosione finale che distrugge tutto e tutti, tranne Tilly, che, ferita ma trionfante nella sua vendetta, si lascia alle spalle un passato doloroso e pesante.
The dressmaker uscirà nelle sale italiane il 28 aprile 2016.
Vania Amitrano
Laureata in Lettere, amante dell’arte, dello spettacolo e delle scienze umane, autrice di testi di critica cinematografica e televisiva. Ha insegnato nella scuola pubblica e privata; da anni scrive ed esplora con passione le sconfinate possibilità della comunicazione nel web.
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