Luigi Di Capua, Matteo Corradini e Luca Vecchi dal 2011 sono The Pills, un sodalizio nato dal desiderio di non piegarsi alle logiche di un mercato del lavoro fortemente sfavorevole per i più giovani e di dedicarsi invece alla loro vera passione, il cinema, e piano piano cominciano a sfondare su internet con una web series di successo. Giovedì 21 gennaio debuttano nelle sale con il loro primo film prodotto da Pietro Valsecchi, che nutre su di loro grandi aspettative.
Mentre Zalone continua a riscuotere nelle sale un successo al di sopra di ogni aspettiva con il suo ultimo lavoro Quo vado?, ancora primo in classifica a due settimane dall’uscita, Pietro Valsecchi, nel presentare il nuovo lavoro prodotto da Taodue The Pills- Sempre meglio che lavorare, non nasconde la convizione di essere sul punto di ridare linfa alla commedia italiana e annuncia anche nuovi film tra i quali uno con il comico Frank Matano. Intanto, come fosse il professore di un promettente gruppo di alunni, propone con soddisfazione il nuovo stile comico di Luca, Luigi e Matteo.
Luca, Luigi e Matteo sono anche i protagonisti di The pills. Sono tre amici che si conoscono dall’infanzia, hanno quasi trent’anni e nessuna intenzione di prendersi sul serio. Sin da piccoli hanno stretto un sodalizio in base al quale nessuno dei tre cederà mai alle dure logiche del lavoro. Divenuti adulti continuano a vivere in un perenne immobilismo postadolescenziale, passano il tempo fumando sigarette, bevendo caffè e sparando idiozie attorno al tavolo della loro cucina nel quartiere romano del Pigneto. Ma qualcosa li fa entrare in crisi e Luca, sotto gli effetti di un’infatuazione verso Giulia (Margherita Vicario), viene meno al patto sancito.
Al di là della trama, decisamente debole, la vera forza di questo film sta nella comicità fresca e disinvolta dei tre che creano situazioni divertenti dando libero sfogo alla prorpia simpatia e spontaneità. I protagonisti in effetti sono proprio Luca, Luigi e Matteo, al naturale, e si muovono in un mondo dell’assurdo che offre loro continue occasioni di vero umorismo. I loro racconti, più che storie vere e proprie, sono un flusso di cazzeggio libero e senza soluzione di continuità, in cui il mondo, vissuto al rovescio, consente loro di ironizzare anche sulle situazioni più spinose, come può essere il problema dell’occupazione giovanile ai giorni nostri. Luigi, Luca e Matteo dimostrano poi di sapersi avvalere anche di una discreta conoscenza del cinema cui fanno un piacevole e interessante ricorso con scioltezza, un pizzico di umiltà e molta allegria.
The pills indubbiamente è un film che diverte, tuttavia questa modalità comica dei tre protagonisti costituisce, da un punto di vista cinematografico, anche il punto debole del lavoro, che rimane acerbo e frammentato e troppo spesso scade in un linguaggio eccessivamente volgare. Il finale, che raggiunge il massimo del delirio, lascia perplessi e fa sorgere il dubbio che la vena comica dei tre non sia ancora in grado di reggere i tempi di un film per il cinema.
Vania Amitrano
Laureata in Lettere, amante dell’arte, dello spettacolo e delle scienze umane, autrice di testi di critica cinematografica e televisiva. Ha insegnato nella scuola pubblica e privata; da anni scrive ed esplora con passione le sconfinate possibilità della comunicazione nel web.
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