E’ salito a 13 il numero di soldati turchi uccisi da ribelli del Pkk in quello che si profila come l’episodio più sanguinoso sicuramente da diversi mesi e forse da oltre due anni in Turchia. L’aggiornamento del bilancio viene fornito dal sito del quotidiano turco Zaman. Il Pkk, considerato una formazione terroristica da Turchia, Ue e Usa, aveva dichiarato un cessate-il-fuoco unilaterale nell’agosto scorso ma poi, in marzo, aveva minacciato di revocarlo lamentando un fallimento del dialogo del governo di Ankara con i curdi che reclamano l’autonomia della loro zona di insediamento (il sud-est del paese).
Da ultimo i ribelli si erano dichiarati in stato di “difesa attiva”, nel senso che si sarebbero difesi se attaccati. La questione curda è stata complicata ultimamente dal boicottaggio parlamentare del partito filocurdo Bdp. Gli scontri sono avvenuti nel distretto di Silvan, precisa ancora il sito citando l’agenzia Anadolu. Il premier turco Recep Tayyip Erdogan e il capo di stato maggiore delle Forze armate, Isik Kosaner, hanno annullato i propri programmi per tenere un vertice con il capo dei servizi segreti (Mit), Hakan Fidan, proprio per occuparsi della vicenda.
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