Per la Roma, il posticipo domenicale con la Samp, si presentava come una gara molto delicata: con la fatica del match di Coppa Italia con il Napoli nelle gambe, la delusione per l’eliminazione nella testa, le sempre notevoli scorie nervose lasciate dal derby, con in più la conferma, dopo un estenuante braccio di ferro con gli organi della Giustizia Sportiva (la pronuncia dell’Alta Corte di Giustizia del Coni è arrivata solo dopo le 19.30 di sabato) della squalifica ad entrambe le Curve, dopo che la società aveva già avviato la vendita dei biglietti certa com’era di ribaltare l’esito del primo grado, con in più anche la tegola dell’infortunio di capitan Totti (10 giorni di assenza per lui, dovrebbe saltare anche Bologna).
Il tutto contro un avversario, la Sampdoria, che sotto la guida di Mihajlovic ha cambiato decisamente passo e con indosso la pressione di dover rispondere ai successi pomeridiani di Juve e Napoli. Della serie: “Per la Samp se non ora, quando?”
Beh, di certo non quest’anno. Questo il responso del campo dove gli uomini di Garcia si sono imposti con un rotondo 3-0. Mattatore assoluto della serata, Mattia Destro.
Finito come gli altri suoi compagni, ma più ancora di questi, sulla graticola delle critiche di una città ancora troppo umorale (per non dire isterica) per accogliere e gestire momenti delicati dopo la disfatta del S. Paolo. La colpa di Destro? Aver “sciupato” tre palle-gol mercoledì. Senza considerare che su quella in avvio era stato perfetto Reina ad uscire chiudendogli lo specchio, sulla seconda, il suo colpo di testa, schiacciato, si era allargato fuori di un nonnulla (e quando il pallone rimbalza sul terreno, poterne governare al millimetro la traiettoria è umanamente impossibile come dovrebbe sapere chiunque mastichi solo un po’ di calcio, anche da oratorio) e solo sulla terza occasione, la “bicicleta” andata alta, si poteva muovere qualche appunto. Si erano persino scomodati ingenerosi paragoni con Higuaìn. Della serie, “Ma loro hanno il pipita e noi no e a centravanti invertiti…”. Beh, Higuaìn è di un altro livello, certo. Ma non è solo più forte di Destro ma del 99,9% degli attaccanti attivi sul globo. Dopo i Messi, CR7, Ibra, Rooney, Cavani e (forse) Van Persie, c’è proprio lui.
Garcia voleva delle risposte? Quella di Mattia è stata esemplare: doppietta e leadership stagionale in tema di segnature per giocatori in maglia giallorossa. Il tutto, considerando che il ragazzo è tornato in campo solo da dicembre…
Perdonateci la digressione monografica, ma la giovane punta romanista la meritava tutta.
Tornando alla sfida con la Samp, da rimarcare anche l’ottima prestazione di Pjanic, autore anche della rete del 2-0 su punizione, incastonata tra le due perle di Destro.
Per la Lazio, invece, è arrivata la prima sconfitta stagionale sotto la gestione di Reja. Notte fonda a Catania, verrebbe da dire, non fosse che la gara si è disputata alle 12.30. Un 3-1 che non ammette scusanti. Partita condizionata dai due gol a freddo incassati in aperture delle due frazioni (di Izco e Spolli), ma questa non è un’attenuante. Bravi i catanesi ad aggredire, molto memo i romani a reagire. E non inganni il momentaneo pareggio in chiusura di primo tempo perché prima e dopo si è vista quasi sempre una sola squadra a comandare le operazioni. Lazio lenta come nelle peggiori edizioni della gestione Petkovic e, quel che preoccupa di più, difesa che è tornata a “ballare” pericolosamente. Che il Catania fosse in ripresa e il suo ultimo posto non rispondente al valore attuale degli uomini di Maran si sapeva, ma dai biancocelesti era lecita attendersi molto di più. Soprattutto, in vista del ritorno degli impegni di Europa League (giovedì ci sarà il Ludogorets, squadra di scarso blasone ma, in realtà, affatto scarsa tecnicamente, attenzione!). Era doveroso mettere in cascina fieno utile per la risalita in campionato. Incomprensibile, poi, la scelta di escludere dall’11 di partenza il “gioiellino” Keita. Unica nota lieta, il ritorno al gol, alla sua sola seconda partita dopo il rientro, di Stefano Mauri.
Ma ora la strada per l’Europa del prossimo anno torna a farsi complicatissima e i risultati delle altre pretendenti non aiutano, in attesa di Verona-Torino.
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