Provincia o città, quale dei due ambienti rappresenta Un paese quasi perfetto? Massimo Gaudioso, già sceneggiatore di Benvenuti al sud, firma la regia di un altro remake: una storia che guarda alle dicotomie ancora vive nella nostra società alla ricerca dell’autenticità dei rapporti umani.
Fabio Volo e Silvio Orlando in Un Paese quasi perfetto interpretano due personaggi che rappresentano i due aspetti di un simile bisogno interiore. Gianluca Terragni (Volo) è infatti un giovane chirurgo estetico affermato, che dalla sua patinata, ma falsa, vita metropolitana viene improvvisamente catapultato nella ristretta e rustica realtà di un piccolissimo centro abitato, dove però scopre la bellezza di un’esistenza semplice intessuta di rapporti umani più autentici. Domenico Buonocore (Orlando) è invece un operaio che, dopo la chiusura della storica miniera locale, come tutti gli altri suoi colleghi e compaesani, vive da anni in cassa integrazione nel nostalgico attaccamento alle piccole abitudini della vita passata, ma anche lui scopre che può esistere una via diversa e più giusta per far tornare a vivere il suo paese e i suoi abitanti.
Il paese quasi perfetto in cui è ambientato il film è Pietramezzana, un piccolo borgo sperduto tra le Dolomiti lucane nato dalla sintesi cinematografica di due piccole località dall’aspra bellezza tipica della provincia di Potenza: Castelmezzano e Pietrapertosa. Il cast di Un paese quasi perfetto ha soggiornato in questi luoghi durante tutto il periodo delle riprese del film vivendo e innamorandosi in prima persona di ogni dettaglio della realtà della vita di una piccola provincia.
Miriam Leone, che nel film interpreta Anna, l’unica giovane donna che non ha voluto abbandonare il proprio paese alla ricerca di una vita migliore, spiega: “Il mio personaggio è l’unico che sceglie di non partecipare alla messa in scena progettata da Domenico per convincere il dottor Terragni a restare. Anna ama il suo paese e crede ci si debba innamorare della verità e delle persone per quelle che sono”.
Un paese quasi perfetto è una sorta di grossa fiaba moderna, in cui si inseriscono il tema della crisi dell’occupazione e i cambiamenti portati da internet e in cui gli elementi, ormai abituali, della società moderna fanno capolino tra le erte stradine di un piccolo paese sperduto e quasi abbandonato della provincia italiana.
Il film cerca di dare risalto ai diversi risvolti delle relazioni umane, alla ricerca di rapporti reali e sinceri: i soli in grado di realizzare un futuro diverso e migliore. Massimo Gaudioso infatti racconta: “In questo film ho voluto mettere un po’ della mia utopia. Credo che l’Italia dovrebbe contare ancora di più sulle proprie risorse, che non sono però solo quelle del territorio, ma sono soprattutto le persone”.
La storia offre lo spunto per creare tante situazioni tragicomiche che divertono, tuttavia si perde in una narrazione lenta e poco coinvolgente, nonostante l’ottima interpretazione degli attori, compresi Nando Paone e Carlo Buccirosso. La buona regia, insieme alla fotografia riescono a dare colore e fascino a molte scene, ma la storia resta debole e in definitiva poco significativa.
Un paese quasi perfetto uscirà nelle sale il prossimo 24 marzo.
Laureata in Lettere, amante dell’arte, dello spettacolo e delle scienze umane, autrice di testi di critica cinematografica e televisiva. Ha insegnato nella scuola pubblica e privata; da anni scrive ed esplora con passione le sconfinate possibilità della comunicazione nel web.
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