Cala il numero dei pensionati italiani: 134 mila in meno nel 2014, rispetto al 2013, in tutto 16,3 milioni che mediamente percepiscono 1.140 euro al mese, che sull’intero anno corrispondono a 13.647 euro netti e a17.040 euro lordi (+400 euro circa sull’anno precedente). Lo scrive l’Istat in uno studio pubblicato oggi e relativo al 2014 rilevando anche che il reddito lordo pensionistico dei laureati sia in media di circa 2.490 euro mensili, più del doppio rispetto a quello delle persone senza titolo di studio o con al più la licenza elementare (1.130 euro).
Il rischio di povertà è elevato tra i pensionati che vivono soli (22,3%) o con i figli che a loro volta sono genitori soli (17,2%). La situazione è più grave quando il pensionato deve sostenere anche il peso di altri componenti adulti che non percepiscono redditi da lavoro: in questi casi il 31,3% delle famiglie è a rischio di povertà.
Il nonno in casa, dunque, è in tanti casi indispensabile perché aiuta a far quadrare i conti e salva dalla povertà. Questo emerge dal rapporto Istat sulla ‘Condizione di vita dei pensionati 2013-2014′ secondo cui un pensionato in famiglia rappresenta per molti una risorsa vitale. In particolare per quasi i due terzi delle famiglie che vivono con un genitore – circa 12 milioni 400 mila – i trasferimenti pensionistici rappresentano oltre il 75% del reddito familiare disponibile (per il 26,5% l’unica fonte di reddito). E nel 2013, “il rischio di poverta’ tra le famiglie con pensionati e’ stimato essere piu’ basso di quello delle altre famiglie (16% contro 22,1%), a indicare come, in molti casi, il reddito pensionistico possa mettere al riparo da situazioni di forte disagio economico.
Di contro i pensionati che vivono soli corrono un elevato rischio povertà. Tradotto in numeri appartengono a questa categoria il 22,3% dei pensionati. Non solo: “La situazione e’ piu’ grave quando con il proprio reddito pensionistico si deve sostenere anche il peso di altri componenti adulti che non percepiscono redditi da lavoro: circa un terzo di tali famiglie (31,3%) e’ stimato essere a rischio di poverta’”.
A completare il quadro arriva anche un sondaggio online lanciato da Coldiretti, secondo cui “il 93 per cento degli italiani ritiene che la presenza di un pensionato in famiglia sia una fortuna con una netta inversione di tendenza nella percezione del ruolo degli anziani rispetto al passato”. In particolare, ben il 37 per cento sostiene che un pensionato in famiglia sia determinante per contribuire al reddito, mentre il 35 per cento lo considerata un valido aiuto per accudire i nipoti al di fuori degli asili e della scuola. C’e’ anche un 17 per cento che ne apprezza i consigli offerti grazie all’esperienza e un 4 per cento che si avvantaggia dell’apporto lavorativo nella casa mentre appena il 7 per cento degli italiani considera i pensionati un peso o un ostacolo”.
Secondo l’Istat, nel 2014, i pensionati ammontavano a 6,3 milioni (-134 mila rispetto al 2013) con un reddito pensionistico lordo medio di 17.040 euro (+400 euro circa sull’anno precedente). Mentre il reddito medio pensionistico netto e’ stimato 13 mila 647 euro (circa 1.140 euro mensili); tenendo conto di tutti i trattamenti, la meta’ dei pensionati percepisce meno di 12 mila 532 euro (1.045 euro mensili)”. Ma le donne (il 52,9%) ricevono mediamente importi di circa 6 mila euro inferiori a quelli maschili. Lo studio rileva, inoltre, che “se il pensionato possiede un titolo di studio pari alla laurea, il suo reddito lordo pensionistico (circa 2.490 euro mensili) e’ piu’ che doppio di quello delle persone senza titolo di studio o con al piu’ la licenza elementare (1.130 euro)”.
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