C’è preoccupazione in Unione europea dopo la revoca dell’immunità a Juan Guaidò, il leader dell’Assemblea nazionale (An) autoproclamatosi presidente ad interim: “Costituisce un grave violazione della Costituzione venezuelana, dello stato di diritto e della separazione dei poteri” oltre a “minare una via d’uscita politica dalla crisi”, ha commentato l’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini in merito agli ultimi provvedimenti presi a Caracas dall’Assemblea nazionale costituente, controllata dal governo di Nicolas Maduro.
Mogherini chiede “con forza” per conto dell’Ue “il pieno rispetto” delle prerogative costituzionali dei membri dell’Assemblea nazionale, incluse quelle del suo presidente e avverte che “l’Ue continuerà a monitorare la situazione e userà tutte le misure appropriate nel reagire agli attuali sviluppi”.
Ma non è tutto, ieri all’aeroporto di Maiquetia, Caracas, sono stati bloccati due deputati oppositori (Oscar Ronderos e Mariela Magallanes) che si accingevano a recarsi in Qatar per partecipare all’Assemblea dell’Unione interparlamentare. I loro passaporti sono stati sequestrati.
Magallanes ha anche la cittadinanza italiana, e così la Farnesina si è subito attivata convocando l’ambasciatore venezuelano in Italia, Isaías Rodríguez. Con il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi che ha espresso “la più viva preoccupazione e la ferma condanna per una palese violazione dell’immunità parlamentare della deputata venezuelana”. “Episodi come questi – ha denunciato la Farnesina – non contribuiscono affatto al superamento delle forti contrapposizioni interne necessario per favorire, nei tempi più spediti, una soluzione pacifica, democratica e inclusiva, come auspicato dall’Italia, dall’Unione Europea e dal Gruppo internazionale di contatto”.
I venezuelani vivono da parecchi mesi una fase di gravissime difficoltà, ormai senza soluzione di continuità. Difficoltà che sono andate peggiorando nel corso del tempo fino ad arrivare ai più recenti e molteplici blackout che hanno privato la popolazione di elettricità e acqua. Il governo li attribuisce ad “operazioni terroristiche” ispirate dall’opposizione, mentre quest’ultima accusa la corruzione governativa e la carenza di investimenti e manutenzione dell’infrastruttura elettrica. I due fronti, evidentemente inconciliabili, torneranno a misurarsi in piazza nuovamente sabato 6 aprile. Guaidó ha infatti chiesto ai suoi sostenitori di scendere in piazza per una simulazione della ‘Operazione Libertad’, il cui obiettivo è una mobilitazione in tutto il Paese con una marcia che potrebbe giungere fino al Palazzo presidenziale di Miraflores. Da parte sua Cabello, vicepresidente del Partito socialista unito del Venezuela (Psuv), ha annunciato che, in appoggio alle azioni del presidente Maduro per il ristabilimento del servizio elettrico, si svolgerà nello stesso giorno su tutto il territorio nazionale una mobilitazione “in difesa della sovranità e contro l’imperialismo”.
Lo scontro è ancora confronto all’esterno del Paese e coinvolge invece le grandi potenze:gli Stati Uniti considerano il Venezuela vincolato alla loro “sicurezza nazionale”. E quindi la decisione della Russia di inviare giorni fa soldati e materiali militari è stata considerata a Washington, che appoggia Guaidò, come una sfida diretta nel proprio cortile di casa. Mentre la Cina, che sostiene Maduro come Mosca e che giorni fa ha spedito decine di tonnellate di aiuti umanitari, ha smentito di aver inviato a Caracas anche consiglieri militari.
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