“Nei secoli fedele”. E’ il motto che contraddistingue l’Arma dei Carabinieri da quando, nel 1914, fu creato in occasione del primo centenario dalla costituzione. Fedeli alle istituzioni, al solenne impegno morale assunto nel momento in cui si entra a far parte delle Forze Armate.
Possibile che oggi si sia persa di quel giuramento ogni sacralità, per quella divisa ogni rispetto, tanto da avere la sfrontatezza di comportarsi come qualsiasi delinquente, se non addirittura come il peggior delinquente?
Tutto è nato da un’indagine sul traffico e lo spaccio di stupefacenti, che vedrebbe fra i suoi esponenti di spicco un graduato dei carabinieri, in servizio presso la stazione Piacenza Levante, che sfruttando la sua divisa avrebbe gestito un’attività di spaccio attraverso pusher di sua fiducia. Il carabiniere, inoltre, li avrebbe agevolati nella compravendita di grandi quantità di droga garantendo protezione in cambio di un tornaconto economico.
“Fatti gravi che non intaccano la fiducia nell’Arma”, ha detto, riporta il sito della ‘Libertà‘ il procuratore capo Grazia Pradella. ”Tutti gli illeciti più gravi sono stati commessi nel lockdown, con il più totale disprezzo dei decreti emanati dalla presidenza del consiglio. Solo un militare della caserma non è coinvolto. Faccio fatica a definire questi soggetti ‘carabinieri’ perché i comportamenti sono criminali. Non c’è nulla di lecito nei comportamenti”, ha aggiunto Pradella, che nella conferenza stampa tenuta questa mattina ha citato un’intercettazione: “Il malavitoso dice: hai presente le scene di Gomorra, guarda che è stato uguale, tu devi vedere gli schiaffoni che gli ha dato”.
Tra le ipotesi d’accusa – secondo quanto riportato dal giornale piacentino Libertà – ci sarebbero anche certificazioni fornite da un carabiniere in modo da consentire a spacciatori piacentini di raggiungere Milano per rifornirsi di droga durante il lockdown. “Per noi è un colpo al cuore – ha dichiarato il comandante provinciale dei carabinieri Massimo Savo, come riporta la testata piacentina -. Da parte nostra c’è totale disponibilità a collaborare per fare piena luce sui fatti”.
“Accuse gravissime rispetto a degli episodi inauditi e inqualificabili. Fatti inaccettabili, che rischiano di infangare l’immagine dell’Arma, che invece è composta da 110.000 uomini e donne che ogni giorno lavorano con altissimo senso delle Istituzioni al fianco dei cittadini. Sono loro il volto della legalità, a ciascuno di loro oggi esprimo la più profonda riconoscenza e vicinanza”. E’ il commento del ministro della Difesa Lorenzo Guerini. “Da subito sia l’Arma dei Carabinieri che il Ministero della Difesa hanno dato la massima disponibilità a collaborare con la magistratura affinché si faccia completa luce sulla vicenda – ha aggiunto Guerini – Il Comandante Nistri mi ha confermato di aver immediatamente assunto tutti i provvedimenti possibili e consentiti dalla normativa vigente nei confronti del personale coinvolto”.
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