È ancora altissima la tensione sull’accoglienza ai migranti in Italia. Il giorno dopo la rivolta contro immigrati e Prefettura degli abitanti di Quinto di Treviso, oggi alle porte di Roma, per la precisione a Casale San Nicola, lungo la via Cassia, un presidio di circa cento fra residenti e militanti di Casapound si è scontrato con le forze dell’ordine.
Il presidio, attivo da diversi giorni, aveva cercato di bloccare un pullman con 19 stranieri a bordo, i primi dei circa cento che secondo il piano del prefetto Franco Gabrielli avrebbero dovuto ricevere ospitalità nell’ex scuola Socrate.
All’arrivo del pullman nella frazione, un comprensorio di circa 250 famiglie fra La Storta e l’Olgiata, i migranti e i circa trenta agenti di polizia in tenuta antisommossa che li accompagnavano si sono trovati la strada sbarrata con balle di paglia e cassonetti dati alle fiamme.
La polizia ha tentato invano una mediazione, proponendo di ridurre a sessanta il numero degli immigrati ricoverati nella struttura.
Il prefetto ha comunque ordinato di rimuovere il blocco. “C’era un bando e una commissione ha ritenuto che la cooperativa avesse i requisiti necessari: ci è arrivato il carteggio ed è corretto. Se c’è gente che non è d’accordo… se passasse questo principio sarebbe finita”, ha dichiarato Gabrielli in proposito.
Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine, ad aprire le ostilità sarebbero stati i manifestanti con un lancio di sassi, tavolini di plastica e vari altri oggetti. Alcuni dei residenti hanno riferito invece che a colpire per prima sarebbe stata la Polizia.
In ogni caso, alla fine dello scontro quattro agenti sono rimasti feriti. Quando il pullman con i migranti a bordo è riuscito a ripartire, è stato accolto da cori di insulti razzisti, saluti romani e lanci di bottigliette. Il mezzo è arrivato nel piazzale di fronte alla scuola solo intorno alle 14.40.
Due manifestanti sono stati arrestati e un altro denunciato a piede libero. Le persone identificate sarebbero quindici in totale. La Procura ha aperto un’indagine per accertare le responsabilità del caso. Il prefetto ha definito gli scontri come “una cosa indecente e indecorosa”. “Auspico che le forze dell’ordine denuncino – ha continuato Gabrielli – in modo tale che queste persone abbiano sulla propria fedina le cose di cui si sono macchiate”.
Intanto, in Veneto, i 101 migranti che avrebbero dovuto essere ospitati negli appartamenti sfitti delle palazzine ex Guaraldo a Quinto di Treviso sono stati spostati nell’ex caserma Serena, a cavallo fra i comuni di Treviso e Casier, come annunciato stamattina dal sindaco di Quinto, Mauro Dal Zilio.
Negli ultimi giorni, le proteste degli abitanti delle palazzine Guaraldo hanno superato il limite della legalità, come nel caso dell’incendio di mobili e materassi trovati in uno degli appartamenti destinati agli stranieri, i cui responsabili non sono stati identificati. Nonostante ciò, i manifestanti hanno trovato una sponda nel presidente della Regione, il leghista Luca Zaia, che oltre a protestare contro quella che ha chiamato “africanizzazione” del Veneto ha diffidato il governo dal “mandare più anche un solo profugo”.
F.M.R.
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