Lui, Willy, aveva solo 21 anni e grandi ambizioni: diventare se non un cuoco, almeno un aiuto cuoco. I suoi sogni si sono però spenti la notte del 6 settembre in quel di Colleferro.
Del ragazzo di Capo Verde, giunto in Italia a soli 3 anni, morto per un assurdo quanto particolarmente violento pestaggio ad opera di quattro balordi, ora in carcere, e di chissà quanti conniventi che hanno assistito all’azione delittuosa senza allertare alcun tipo di soccorso, avevamo deciso di non parlare perché troppo lo hanno fatto i media localim nazionali, carta stampata radio e tv.
Ma ora corre l’obbligo di dire quello che molti addetti all’informazione hanno scelto di tacere: la modalità di vita che hanno scelto, per una fatale coincidenza (?), tutti e quattro i giovani detenuti nel carcere romano di Rebibbia. Mastini diventati agnellini, molto preoccupati della loro incolumità tanto da chiedere il regime di isolamento per scongiurare qaulsiasi approccio con gli altri detenuti che come era prevedibile non hanno riservato loro una calorosa accoglienza.