Risparmiatori traditi e defraudati dei loro risparmi chiamano a rispondere davanti a un tribunale i veri responsabili, le banche.
E’ boom di cause: a Milano sono “sempre in numero rilevante le cause bancarie” che hanno “ad oggetto il tema di grande attualità della responsabilità fatta valere da singoli risparmiatori-investitori nei confronti di banche-promotori finanziari” per “difetto di informazione” o per “la rischiosità dei prodotti”.
Lo si legge nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario milanese del presidente facente funzione della Corte d’appello, Marta Chiara Malacarne.
Nella relazione, che il presidente vicario sta leggendo nell’aula magna del palazzo di giustizia milanese, viene indicato che a Milano sono pendenti “57 procedimenti” tra cause bancarie e intermediazione finanziaria, “oltre le metà dei quali prossimi alla definizione”. Le cause vertono sui difetti di informazione “sull’adeguatezza degli investimenti rispetto alla qualifica dell’investitore” e sulla “rischiosità dei prodotti proposti”, ma anche sul “difetto di causa in ipotesi di contratti derivati, per i quali il rischio non è bilanciato su entrambi i contraenti, ma grava esclusivamente e prevalentemente sull’investitore”. Su quest’ultimo aspetto nella relazione viene segnalata “la storica sentenza emessa nel 2013 dalla I Sezione civile della Corte”.
A questo si aggiungano anche i difetti di “informazione sulla adeguatezza degli investimenti rispetto alla qualifica dell’investitore (privato o operatore professionale), sia per la rischiosità dei prodotti proposti, sia per il difetto di causa in ipotesi di contratti ‘derivati’, per i quali il rischio non è bilanciato su entrambi i contraenti ma grava esclusivamente o prevalentemente sull’investitore”.
Oggi l’inaugurazione anche delle 26 Corti d’Appello. In alcune città è particolarmente scottante l’argomenti prescrizione: a Roma cancellati in un anno il 30% del processi, a Venezia prescritti il 49% dei procedimenti definiti e a Palermo + 160% di reati legati all’immigrazione clandestina. Una situazione che porta il procuratore generale di Roma a dire che “interi settori della legalità quotidiana sono sommersi dalla prescrizione”. A Napoli si parla di “amnistia strisciante”.