Catalogna, invalidato il referendum

La Corte Costituzionale spagnola ha invalidato – dichiarandola nulla e incostituzionale – la legge del referendum approvata dal parlamento catalano per convocare la consultazione elettorale dello scorso primo ottobre. Secondo i giudici, la legge invade competenze statali e lede “tra gli altri principi costituzionali, la supremazia della Costituzione, la sovranità nazionale e l’indissolubile unità della nazione spagnola”, si legge in un comunicato. La linea dura del governo e delle istituzioni spagnole dunque continua. Senza tregua.Mariano Rajoy vuole la resa incondizionata degli autonomisti e come suggerito dalla vice premier Soraya de Santamaria Madrid si attende soltanto un si o un no dal presidente Puigdemont, un si o un no netto sulla volontà di andare avanti sulla strada dell’indipendenza catalana.

Il ‘Parlament’ di Barcellona aveva approvato la legge il 6 settembre nel corso di una turbolenta sessione durante la quale i deputati contrari al governo indipendentista avevano abbandonato l’aula in segno di protesta. Il governo centrale di Mariano Rajoy aveva immediatamente presentato ricorso contro la legge, sospesa il giorno successivo dalla Corte costituzionale in via cautelare, così come la convocazione del referendum firmata dal capo dell’esecutivo catalano, Carles Puigdemont.

Ma non è tutto nell’ambito dei provvedimenti per frenare il desiderio di indipendenza: nei giorni scorsi un giudice spagnolo ha ordinato l’arresto dei presidenti delle due grandi organizzazioni indipendentiste della società civile catalana Anc e Omnium, Jordi Sanchez e Jordi Cuixart, accusati di ‘sedizione’ per le manifestazioni di Barcellona il 20 e il 21 settembre. ‘Detenuti politici’, insorge Carlos Puigdemont. Le due organizzazioni hanno convocato per oggi concentrazioni di protesta davanti a luoghi di lavoro e municipi ma manifestazioni spontanee si sono avute già ieri sera in varie città. Intanto il governo spagnolo ha corretto al ribasso le stime di crescita per
il 2018, da 2,6 a 2,3%, motivandolo con l’instabilità politica prodotta dalla vicenda catalana. Nuovo ultimatum scade il 19.

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