I giudici hanno concluso il lavoro sul caso Consip decidendo di rinviare a giudizio cinque persone: alla sbarra finisce anche l’ex ministro Luca Lotti, il braccio destro di Matteo Renzi, accusato di favoreggiamento. Insieme a lui un altro nome eccellente, quello dell’ex comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette: l’accusa è rivelazione del segreto di ufficio. Prosciolto dalle accuse invece l’ex maggiore del Noe Giampaolo Scafarto.
Nel procedimento anche l’imprenditore Carlo Russo per millantato credito, Filippo Vannoni, ex presidente di Publiacqua Firenze, per favoreggiamento e il generale dei carabinieri Emanuele Saltalamaccia per favoreggiamento. Scafarto, oggi prosciolto, era accusato di rivelazione del segreto, falso e depistaggio. Accusa, quest’ultima, caduta anche per il colonnello dell’Arma, Alessandro Sessa anch’egli prosciolto. Il procedimento è legato al filone di indagine relativo alla fuga di notizie sul fascicolo che era stato avviato dai pm di Napoli sul maxiappalto Consip.
Il rinvio a giudizio di Lotti e Vannoni è un gravissimo colpo per l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi che in questa storia aveva visto coinvolto anche il padre Tiziano, successivamente prosciolto, da indagini imbarazzanti che comunque portavano direttamente a uomini dell’attuale capo di ‘Italia Viva’, che ora dovrà fare i conti con questa autentica mina vagante, vista la partecipazione e l’appoggio che Matteo Renzi, dopo l’uscita dal Pd ha offerto al Conte bis.
Il gup Forleo ha fissato la prima udienza del processo per il prossimo 15 gennaio davanti alla seconda sezione collegiale del Tribunale di Roma.
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