E’ “solo un primo passo” per contrastare gli effetti economici del coronavirus il maxi decreto ‘Cura Italia’ approvato oggi dal Cdm per fronteggiare le difficoltà causate della grave pandemia da Covid-19. E’ un decreto da 25 miliardi, con misure urgenti per l’emergenza coronavirus: aiuti per medici, lavoratori, famiglie e imprese; un’iniezione di sostegno all’economia da circa 25 miliardi. E finanziamenti mobilitati per 350 miliardi. La manovra “cura Italia” prevede 3,5 miliardi per la sanità e 3 per gli autonomi.
Dopo una riunione di poco più di due ore, e nel mezzo di una ennesima giornata di crisi per i mercati finanziari – le Borse che sprofondano, piazza Affari perde il 10% con il più significativo indice azionario della Borsa italiana, il Ftse Mib, a 14.350 punti, come nell’estate del 2012 – il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha parlato in conferenza esprimendo innanzitutto vicinanza agli italiani “che stanno facendo enormi sacrifici per il bene comune”.
“Le misure di sostegno e spinta sono concreta dimostrazione della presenza dello Stato” nell’emergenza coronavirus, ha detto Conte: “Possiamo parlare di ‘modello italiano’ non solo sanitario, ma anche come strategia economica di risposta alla crisi”. Parlando ai giornalisti di “manovra poderosa”, il premier ha anticipato che in futuro ci saranno nuove misure (“un piano di ingenti investimenti, semplificazione, riduzione delle tasse”) per rilanciare il Paese: arriverà un decreto ad aprile, che – nell’auspicio del governo – dovrebbe contare anche sulle risorse che l’Europa si prepara a stanziare.
Il ministro dell’Economia Gualtieri, prendendo la parola dopo Conte ha indicato cinque assi di intervento al primo posto dei quali c’è il “finanziamento aggiuntivo molto significativo per il Sistema sanitario nazionale e la Protezione civile, che vale quasi 3,5 miliardi“.
Il secondo capitolo, “che vale più di 10 miliardi”, riguarda il sostegno all’occupazione, la difesa del lavoro e del reddito “affinché nessuno perda il posto di lavoro a causa del coronavirus”. La ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha dettagliato che sono previste risorse per 1,3 miliardi per il Fondo di integrazione salariale e 3,3 miliardi per la cassa integrazione in deroga che andrà a coprire anche le “con un solo dipendente”.
Gualtieri ha confermato la copertura “di tutti i lavoratori autonomi, stagionali e di altre forme con un assegno di 600 euro per il mese di marzo”. Per gli autonomi e i liberi professionisti, ha aggiunto Catalfo, “questo primo decreto stanzia circa 3 miliardi a tutela del periodo di inattività”. E’ anche prevista la sospensione dei contributi previdenziali, per queste categorie.
Sempre nel capitolo del lavoro è prevista l’estensione del congedo parentale a 15 giorni e un voucher baby-sitter da 600 euro (1,6 miliardi stanziati con un bonus ulteriore “speciale” per il personale sanitario) per chi ha bisogno di curare i figli. Per quel che riguarda i permessi della legge 104, per il periodo marzo-aprile saranno estesi a 12 giorni (500 milioni stanziati). Confermato rispetto alle attese l’ulteriore intervento sui licenziamenti, che verranno congelati: misura che riguarda le procedure dal 23 febbraio in avanti, da quando cioè è scoppiata l’emergenza sanitaria. Per i lavoratori in quarantena, si conferma il computo del periodo di astensione dal lavoro malattia.
Il terzo capitolo citato da Gualtieri riguarda il sistema del credito e l’agevolazione dell’erogazione di liquidità: arriva l’attesa sospensione delle rate di mutui e dei prestiti, con garanzie pubbliche.
In campo fiscale, si conferma la sospensione degli obblighi di versamento di tributi e contributi: il ministro dell’Economia parla di un differimento al 31 maggio “per le imprese che fatturano fino a 2 milioni” e anche oltre questo limite per le categorie colpite direttamente dalla crisi.
Infine, nel quinto capitolo Gualtieri anticipa misure per le categorie colpite direttamente dalla crisi: tra i settori economici citati, il trasporto merci.
Il decreto dà concretezza allo stanziamento di 25 miliardi che il governo aveva deciso nei giorni scorsi, ottenendo dal Parlamento il via libera ad ampliare il deficit previsto per il 2020. Di fatto, è un decreto monstrum scritto in pochi giorni, con tutte le difficoltà del caso. Sullo sfondo il nervosismo per una situazione che, ogni giorno, sembra sfuggire di mano, con l’asticella dell’emergenza che sale anziché scendere, in barba a misure draconiane. Sul decreto ‘cura Italia’ si sono registrate parecchie tensioni nel governo già nel pre-consiglio di ieri, durato ben 8 ore prima di trovare la quadra. E ancora presenti in Cdm e soprattutto nel confronto di questa mattina prima del riunione del Consiglio dei ministri tra i capi delegazione delle forze di maggioranza e il premier Giuseppe Conte, dove raccontano che la ministra Teresa Bellanova, di Italia Viva, ha alzato la voce e non poco per far valere le ragioni degli autonomi. E i 5 Stelle, che a loro volta, sono entrati in campo per far sentire la voce delle Partite Iva.
Ma a far salire il livello di scontro è la newco creata ad hoc per salvare Alitalia. Una misura attesa per il salvataggio della compagnia di bandiera, ma che ha creato parecchi contrasti in seno alla maggioranza tanto da essere stata infilata nel testo al fotofinish: presente nella bozza delle 10.40 di oggi, fino a stamattina non c’era. Malumori anche sulla scuola, con una norma sugli ‘assistenti tecnici’ cancellata in corsa ma che, in extremis, dovrebbe essere state reinserita in Cdm.
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