Il Viminale restringe le maglie affinché nessun furbetto, positivo o no, possa sfuggire ai controlli che servono a scongiurare il dilagare di una pandemia che ha già prodotto i suoi effetti devastanti, soprattutto nel Nord Italia.
Nel nuovo modello di autocertificazione per circolare nei centri urbani, messo in rete questa mattina, è stato aggiunto l’obbligo di dichiarare la non positività e di non essere in quarantena, ovvero di non trovarsi nelle condizioni previste dall’art. 1, comma 1, lett. c) del D.P.C.M. 8 marzo 2020 che reca un “divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione o dimora per i soggetti sottoposti alla misura della quarantena ovvero risultati positivi al virus “COVID-19”. Un’integrazione da non poco dal momento che l’interessato deve sottoscrivere “di non essere sottoposto alla misura della quarantena”: non è più sufficiente quindi dichiarare “di non essere risultato positivo al virus COVID-19”. Il nuovo modello prevede anche che l’operatore di polizia controfirmi l’autodichiarazione, attestando che essa viene resa in sua presenza e previa identificazione del dichiarante. In tal modo il cittadino viene esonerato dall’onere di allegare all’autodichiarazione una fotocopia del proprio documento di identità.
Il Capo della Polizia, Franco Gabrielli, che ha firmato la circolare inviata anche ai prefetti e ai Comandi generali dell’Arma dei Carabinieri e della GdF, rimarca come già il primo modello si sia “dimostrato utile per accelerare le procedure di controllo da parte degli operatori della Forza pubblica e limitare gli aggravi a carico dei cittadini”. Tuttavia questo non è bastato ad evitare di beccare per strada qualche persona positiva. Nel qual caso le Forze dell’ordine hanno provveduto subito a far scattare la denuncia, ma la necessità di tutelare ancora meglio il personale in servizio di controllo, al lavoro spesso in condizioni estenuanti, e allo stesso tempo la consapevolezza che la percezione della gravità del momento sfugge ancora a troppi (nel napoletano è stata denunciata una intera famiglia di 12 persone che ha approfittato dell’obbligo di dimorare in casa per fare un picnic nel parco con tanto di sedie e tavolini) ha convinto i vertici a prescrivere controlli ancora più capillari. Indirizzati, in particolare, a persone ed esercizi commerciali.
I dati diffusi dal ministero dell’Interno sulle verifiche svolte dall’11 fino al 15 marzo da tutte le Forze dell’Ordine -in campo ci sono circa 40 mila agenti, fin dal primo giorno, oltre alla disponibilità di 7 mila militari dell’Esercito di ‘Strade sicure’ concessa dai prefetti – parlano di 665.480 soggetti fermati e 27.616 denunciati. Siamo a circa 130 mila controlli al giorno, ma con l’aggiornamento di oggi supereremo quota 800 mila. Da aggiungere, sempre nei primi cinque giorni con le nuove regole, le 317.591 verifiche sulle attività commerciali con un totale di 1.102 esposti, sempre da parte delle forze dell’ordine.
A sfuggire al controllo però una intera categoria di esercizi: sono i minimarket gestiti da stranieri, aperti fino a tarda sera. Lì si vende di tutto: cibo e generi di prima necessità, altrimenti non potrebbero alzare la saracinesca, secondo quanto prescrive il DPCM dell’11 marzo 2020. Con un particolare non da poco: smerciano birre, e bottiglie di vino come fosse acqua – lo sanno bene anche i minorenni che li frequentano per rifornirsi – C’è anche chi le consuma sul posto, per lo più senza fissa dimora, e poi si accascia sul marciapiede antistante. Questo accade a Roma nel quartiere Esquilino, ma è così in tutta la città come denunciano gli abitanti sui social e al numero di emergenza 112. Riepilogando, alcol venduto come nulla fosse e assembramenti di gente: altro che il metro di distanza di prescrizione!
Il capogruppo della Lega in Campidoglio ha portato a conoscenza dei fatti il consiglio comunale, sottolineando che in questo momento ancor più “tali comportamenti rappresentano in serio rischio per la salute pubblica”. Oltre ad essere seria anche la questione dei senza fissa dimora costretti a stare in strada quando le disposizioni normative vogliono che si stia tutti dentro casa.
Dunque, all’emergenza sanitaria che se non molla ancora il Nord del Paese, secondo gli studi del CNR, sta iniziando a colpire il Sud su cui si sono riversate decine di migliaia di persone in fuga dalle grandi città oltre Po nei due ultimi weekend, si aggiunge anche il dramma vissuto degli emarginati, con il Coronavirus ancora più invisibili.
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