E’ andata come molti immaginavano (e speravano) che andasse. Dalle urne esce un Paese praticamente ingovernabile ma soprattutto esce l’immagine di un’Italia arrabbiata e delusa che non crede più nel bipolarismo e che con il voto allo scatenato Grillo ha lanciato, come mai nel dopoguerra, un chiaro segnale di cambiamento radicale e profondo degli uomini come delle regole.
Le schede elettorali dicono che gli italiani non credono più ai taumaturghi, non vogliono vedere più culi e pajettes, che vorrebbero vedere più gente seria al lavoro e meno ladri in giro o peggio ai posti di comando. L’Italia del voto dice di non credere a chi come Monti più che il Paese ha salvato e reso più potenti le banche ed Equitalia. Il voto dice anche che c’è stato il rigetto per chi come Berlusconi pensava e prometteva di fare oggi quello che non ha voluto o non è riuscito a fare nei venti anni precedenti questa data fatidica del 25 febbraio del 2013. Gli elettori hanno anche detto che al centro-sinistra, ammesso che riesca a mettere in piedi una maggioranza credibile alla Camera ma non certo al Senato, assegnano un mandato sub iudice. Bersani e il governo chiamato a presiedere dovrà per prima cosa risolvere i nodi ed i problemi della crisi economica, delle tasse, della disoccupazione del crollo dei consumi e dello strapotere di un sistema del credito, che, complici i partiti, Consob e Bankitalia, risulta politicizzato,inquinato e fuori controllo, come dimostrano le vicende di Unipol, Antonveneta e Mps. Queste elezioni dicono ancora, senza ombra di dubbio che il Paese va rifondato su nuove e più rappresentative basi. Gli italiani fanno sapere che vogliono il cambiamento possibilmente lasciando in soffitta i vecchi arnesi della politica che hanno ingessato drammaticamente un paese che non ha nessuna voglia di cedere il passo allo scoramento e al pessimismo. Il Paese ha reagito. Ora si tratta di capire quale sarà la seconda fase di questa autentica rivoluzione imperfetta. Un nuovo voto? E perché no, se questo portasse ad una spallata elettorale e ad una maggiore chiarezza tra forze politiche e paese reale?
Adesso si tratta solo di attendere le prime mosse di vincitori e sconfitti, di grandi e piccoli che i risultati elettorali hanno messo sotto riflettori impietosi di un voto per tanti aspetti straordinario e irripetibile.
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