Dalla A alla Z, anzi dalla A alla T. Agender il primo, Transgender l’ultimo. E in mezzo altri 48 status sessuali tra i quali ognuno può trovare quello con le connotazioni che meglio gli si addicono.
Cinquanta modi diversi di vivere la propria sessualità tra i quali scegliere il genere in cui identificarsi, se ci si percepisce cioè uomo, donna o qualcosa di diverso da queste due polarità.
Da ieri su Facebook – per ora nella versione americana – è disponibile questa sequenza di definizioni che superano, diciamo così, il semi-desueto maschio o femmina. Il gigante dei social media fa sapere che i cambiamenti coprono inizialmente 159 milioni di utenti mensili della società, negli Stati Uniti, e mirano a dare alla gente più scelte nel modo in cui descriversi: androgino , bi -genere , intersessuale, fluido di genere o transessuale. Dice Brielle Harrison, direttrice del software:
Ci saranno molte persone per le quali questa novità non significherà nulla, ma per i pochi su cui avrà impatto, significa il mondo”.
Brielle, che ha lavorato al progetto è lei stessa a subire una trasformazione di genere, da maschio a femmina.
Troppo spesso alle persone transgender come me, o di altro genere non riconosciuto, è data questa opzione binaria: sei maschio o femmina ? Qual è il tuo genere? Ed è sconfortante perché nessuno dei due ci identifica veramente”.
L’opzione di selezione di genere è dunque vista come un passo importante verso l’accettazione delle persone che non si identificano come maschio o femmina, anche se è facile comprendere come sembri insensata a coloro che credono in due generi, non di più. Quelli riconosciuti dalla scienza.
Certo che Facebook ha il diritto di gestire il suo sito molto popolare come meglio crede, ma la cosa fondamentale è ammettere che è impossibile negare la realtà biologica che l’umanità è divisa in due metà, maschio e femmina “,
dice Jeff Johnston, un analista per ‘Focus on the Family’, un’organizzazione religiosa nazionale influente con sede a Denver .
La mossa di Facebook è arrivata dopo anni di lobbying da parte degli utenti che hanno presentato una petizione per la modifica. Sull’idea di espandere scelte di genere personalizzate il social network ha iniziato a lavorare nel 2013 e la lista dei ’50’ è stata portata a compimento quattro mesi fa.
Se guardiamo in casa Google+, che offre le opzioni “maschio”, “femmina” e “altro”, sappiamo che circa l’1 % degli utenti si identificano come altri.
Comunque, tra critiche ed entusiasmi, signori, questa è l’America! Ma, tu che leggi, sei d’accordo sul mantenere le classiche distinzioni maschio-femmina, o uomo-domma, sic et simpliciter?
Abbiamo unificato l’educazione scolastica ben sapendo che non solo la tipologia di gioco, l’interesse che porta le bambine a giocare con le proprie compagnucce e i maschietti coi loro simili, ma anche la maturità intellettiva è differente tra le une e gli altri. Cosa vogliamo fare ora, magari sconvolgere le regole di grammatica per inserire pronomi personali più appropriati, che vadano oltre il ‘lui’, ‘lei’, ‘loro’ che conosciamo? O preferiamo essere autentici online, e non, accontentandoci delle definizioni di genere che ci propongono su qualsiasi tipo di modulo? Per caso, quando barrate la casella di stato civile, a ‘coniugato’ vi viene richiesto in aggiunta se felicemente o infelicemente? Quanto all’occupazione, invece, se avete la fortuna di essere tra i lavoratori, avete diritto a scrivere (e far sapere) se siete soddisfatti o no?
Meditate, gente, meditate…….
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