È svanita nel nulla dopo il suo turno di lavoro all’Expo di Milano, approfittando della folla accalcata ai tornelli dell’uscita di Rho per non dare nell’occhio. Eppure era una detenuta modello: mai un ritardo, mai un’intemperanza. Tanto che il giudice di sorveglianza aveva acconsentito a farla partecipare al programma di reinserimento che interessa circa cento ospiti delle carceri lombarde.
La protagonista della vicenda è una detenuta transessuale che stava per finire di scontare una pena per omicidio preterintenzionale nel “carcere-modello” di Bollate, struttura ritenuta all’avanguardia nell’applicazione di forme di pena alternative alla detenzione, che sorge proprio accanto alla fiera di Rho.
A riportare la notizia della fuga è stato Giustiziami.it, il blog di Frank Cimini, “decano” della cronaca giudiziaria presso il Tribunale di Milano. Secondo il sito, la detenuta sarebbe fuggita a luglio, e da allora gli inquirenti non ne avrebbero più notizie.
Il programma di reinserimento al quale era stata ammessa è frutto di un accordo di Expo con le carceri lombarde di Bollate, Busto Arsizio, Monza e Opera. Per 500 euro al mese – un terzo meno dei contratti collettivi nazionali, come prevede la legge – i detenuti possono lavorare nei punti informazioni e aiutare i visitatori a orientarsi fra i padiglioni.
F.M.R.
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