Il premier che dall’inizio della settimana scorsa cerca di evitare quanto più possibile uscite pubbliche per non affrontare domande su questioni sempre più spinose – il suggerimento del prudente silenzio arriva dal fido Casalino, consapevole delle fronde interne al Movimento insofferenti al leaderismo di Conte – è consapevole di navigare in acque sempre più agitate, complice anche la perdita di un’altra pedica, la deputata siciliana Piera Aiello, che porta a 43 il numero degli eletti, tra Camera e Semato, persi dai Cinque Stelle solo in questo anno (lo scorso furono ‘soltanto’ 40 in tutto). Deputata e collaboratore di giustizia, Aiello lascia in polemica con la formazione politica che l’ha portata in Parlamento e in particolare con il suo conterraneo, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
La questione migranti
«L’attuale contingenza migratoria – dicono i parlamentari pentastellati – dovuta all’instabilità del nord Africa e in particolare della Tunisia ha messo a dura prova la nostra isola: serve un piano per fronteggiare il fenomeno migratorio con programmazione e per non mettere in sofferenza le nostre comunità locali. La Sicilia è il primo approdo del Mediterraneo e servono soluzioni di lunga gittata. Chiederemo strutture adeguate, così come le navi per la quarantena, per effettuare i dovuti screening sanitari ai migranti che sbarcano. Accanto a ciò servirà una struttura burocratica e giuridica snella che possa distinguere i richiedenti asilo dai migranti economici. I primi così verranno instradati per la richiesta di protezione umanitaria, mentre per i secondi dovrà essere chiesta una ricollocazione immediata nelle varie regioni italiane lavorando al contempo per il coinvolgimento dei Paesi europei. Non può essere di certo la Sicilia – concludono – a pagare le negligenze dell’Europa». La sicilianizzazione del conflitto interno al Movimento non distolga: si tratta pur sempre di deputati che rimpiangono l’alleanza con Salvini e che mandano più di un segnale di insofferenza, parlando il linguaggio che Casaleggio sa ben decriptare. Lamorgese, c’è da scommetterci, userà la trasferta istituzionale di oggi a Palermo, dove ricorderà Carlo Alberto Dalla Chiesa, per far sentire la voce del Viminale. Curioso che proprio mentre i leghisti la contestavano sotto Palazzo Chigi, la ministra abbia incassato il plauso di GasparriForza Italia.

L’attesissimo risultato delle regionali

Sullo sfondo, l’election day dove a parlare saranno finalmente i numeri. Quelli della vittoria del ‘SI’ che sembra avvantaggiato nelle proiezioni relative al referendum del 20 e 21 settembre sul taglio dei parlamentari (anche se i ‘NO’,in rimonta ,potrebbero riservare sorprese deludenti soprattutto per i Cinque Stelle che ne hanno fatto argomento di campagna elettorale). E delle regionali – al netto di sorprese toscane – potrebbero vedere sconfitta l’attuale coalizione giallorossa con un 4 a 2 (per il Pd, privo di reale sostegno dai cinque stelle). Si aprirebbe la strada, accennata dietro le quinte da Matteo Renzi, del dopo-Conte, con un governo tecnico dalla maggioranza variabile, beneficiario della non ostilità di parte del centrodestra, come si vocifera in ambienti vicini a Giancarlo Giorgetti e ad Antonio Tajani. Il Cavaliere ha tempo per riflettere sulle prossime mosse: risultato positivo al tampone, ma asintomatico, ha il lungo periodo di quarantena per riflettervi.