Più che l’ennesima riunione del Pd, quella fissata per le 15 di oggi al Nazareno si preannuncia come una resa dei conti tra il premier Letta e il segretario dem Renzi. Oggi si decideranno le sorti dell’attuale governo. Dal sindaco di Firenze ci si aspetta una reazione dura alla conferenza stampa di Letta di ieri pomeriggio in cui il premier ha lanciato un programma per un governo “senza scadenza”. Uno scatto considerato, anche dagli alleati, fuori tempo massimo, una sorta di “canto del cigno”. Nonostante le parole di Enrico Letta lascino ben poco spazio ormai a una soluzione non traumatica dell’impasse sul governo, i pontieri sono ancora al lavoro per convincere il premier a non andare alla resa dei conti in direzione. Perché certo, almeno a sentire i fedelissimi, Matteo Renzi non ha nessuna intenzione di fare lui un passo indietro. Di certo non su un Letta-bis; nel caso, meglio andare al voto. Un ultimo tentativo di ricucire la frattura tra i due leader è stato tentato questa mattina da una delegazione del partito composta dal portavoce della segreteria Lorenzo Guerini e dai due capigruppo in Parlamento Luigi Zanda e Roberto Speranza. L’intenzione era quella di convincere il premier a farsi da parte. Sul piatto avrebbero messo, circostanza poi smentita, anche la nomina a ministro dell’Economia nel prossimo governo a guida Renzi. Il colloquio, secondo quanto viene riferito, non è stato risolutivo.
Naturalmente continua il gioco del toto-ministri, con renziani di provata fede dati per certi nella nuova compagine ministeriale. Da Graziano Delrio all’Interno ad Andrea Guerra allo Sviluppo economico. Ed è circolata la voce anche di Lucrezia Reichlin a Tesoro, economista ben introdotta nei circoli internazionali. Mentre si dà per certa l’uscita di Dario Franceschini destinato alla presidenza della Camera al posto di Laura Boldrini in predicato per un ministero. Salvo sorprese, lo show down sarà dunque oggi pomeriggio alla direzione, in streaming. Il segretario farà la sua relazione e si sta ragionando se mettere al voto documento. E numeri alla mano, Letta ha ben poche possibilita’ di vedersi rinnovata la fiducia. La minoranza del Pd, che rivendica di avere posto con forza il tema di un chiarimento, non intende mettersi di traverso, a patto che sia davvero un momento di verità.
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