Dal pomeriggio di ieri in poi, una città intera, la Capitale di uno Stato occidentale, si è riscoperta ostaggio di teppisti. Difficilissimo ricostruire con precisione la sequenza esatta degli episodi. Perché molti e diversi tra loro. Si parla di scontri ripetuti tra frange di ultras. Tra loro e tra loro e le forze dell’ordine. Tanto nell’intero quadrante nord di Roma quanto in autostrada. Compresa l’area di servizio di Badia al Pino Ovest (Arezzo). Sì, proprio quella dove perse la vita Gabriele Sandri.
Poche le certezze di questa convulsa giornata: è certo che un uomo di 30 anni, Ciro Esposito, tifoso del Napoli, è stato colpito al torace da un colpo d’arma da fuoco. Prontamente trasportato a Villa S. Pietro, l’ospedale della Cassia, è stato poi trasferito nel reparto di neurochirurgia del Policlinico Gemelli. In codice rosso. Con il proiettile ancora incastonato nella colonna vertebrale. Sembrerebbe ancora a rischio vita. Ma l’ultima notizia, confortante, è che Ciro Esposito ha firmato il consenso informato all’operazione di estrazione.
In condizioni molto meno gravi altri due tifosi partenopei: Alfonso Esposito (non è parente di Ciro), colpito a una mano, e Gennaro Fioretti, ferito a una mano e ad un braccio.
Fin qui l’elenco dei “caduti” di cui sono note le generalità. Poi, numeri ballerini: si parla di un totale di una decina di feriti. Ma è chiaro che trattasi di cifre da prendere con il beneficio d’inventario. Infatti, sono almeno altre sette le persone colpite, solo contando tra forze dell’ordine e steward. Un altro tifoso azzurro è stato arrestato per violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Altri due i tifosi denunciati. E tanta, tantissima paura tra ignari passanti e incolpevoli negozianti costretti ad abbassare le serrande dei propri esercizi tra Ponte Milvio, Ponte Duca d’Aosta, Lungotevere, via Flaminia e viale Tiziano.
C’è anche un altro ferito, però, e non è un ferito qualunque: si tratta di Daniele De Santis, 48 anni, ultrà della Roma, arrestato perché sospettato (ma le indagini sono ancora in corso e l’interessato, ovviamente, nega) di essere l’autore degli spari ai tre tifosi napoletani di cui sopra in zona Tor di Quinto presso un chiosco di cui il De Santis sarebbe il titolare. Tentato omicidio e porto abusivo d’armi i capi d’accusa. Un curriculum vitae di tutto rispetto: conosciuto nella curva Sud romanista come “Gastone”, si mise in luce nel novembre ’94 in occasione della trasferta della Roma a Brescia. Nel corso della guerriglia venne accoltellato il vice questore di polizia Giovanni Selmin. Ma De Santis venne assolto per non aver commesso il fatto. Poi, nel ’96, il nostro fu al centro di un’indagine per aver ricattato l’allora presidente della Roma, Franco Sensi (“Se non ci dai i biglietti facciamo lo sciopero del tifo e allo stadio non ci verrà più nessuno. Oppure sfasciamo tutto, vedi un po’ se ti conviene”, il contenuto di un’intercettazione). L’apice della notorietà il nostro lo raggiunse, però, il 21 marzo 2004: era il giorno del derby capitolino. Quello della vergogna. Quello che non vedrà la sua conclusione. Quella sera, non si sa chi mise in giro la voce, poi rivelatasi una bufala colossale, che un bambino sarebbe stato travolto e ucciso da una camionetta della polizia. Bene, Gastone era tra coloro che “suggerirono” a capitan Totti che non era il caso di andare avanti. Il primo, eclatante, segnale di impotenza dello Stato nei confronti dello strapotere degli ultras nelle curve. A salvare il De Santis fu, stavolta, la prescrizione. Emblema della solerzia e dell’efficienza della nostra Giustizia.
Ora, quale sia stata l’esatta dinamica dell’accaduto tra il parcheggio riservato ai napoletani a Tor di Quinto e il chiosco del De Santis non è ancora del tutto chiaro. Si era parlato di una reazione dell’ultras giallorosso a un’aggressione di gruppo dei tifosi partenopei,così come non erano mancate versioni che andavano nella direzione opposta: sarebbe stato il tifoso della Roma a sparare e poi i tifosi napoletani a reagire.
La ricostruzione più articolata e ricca di particolari, per quanto confusa, la fornisce “La Repubblica” per cui << …nei parcheggi di Tor di Quinto dove, secondo i piani predisposti dalla questura, i tifosi del Napoli avrebbero dovuto parcheggiare le loro automobili. Succede però che una ventina di loro, forse dopo essere venuti a contatto con alcuni poliziotti, abbiano travolto un chioschetto della zona, gestito da un noto ultrà della Roma, Daniele De Santis. … Quello che accade dopo è affidato al racconto di alcuni testimoni oculari. De Santis, visibilmente alterato viene visto affrettarsi verso alcuni gruppi di ultrà azzurri: “Abbiamo visto questo ragazzo enorme, grassissimo e pelato – raccontano – era ubriaco, barcollava, ma urlava come un pazzo “vi ammazzo tutti, vi ammazzo tutti”. La cosa strana è che era solo e, da solo, si stava dirigendo contro una schiera di tifosi del Napoli”. Con sé aveva un piccolo arsenale di bombe carta e fumogeni. Continua il racconto dei testimoni oculari: “Non sappiamo dire quanti colpi abbiamo sentito sparare (sul posto la Digos ha repertato sei bossoli) perché in quel momento tra fumogeni e bombe carta e grida non si capiva più niente. Né possiamo dire che sia stato lui. Sappiamo solo che dopo pochi minuti l’abbiamo visto tornare di corsa, terrorizzato”. Cosa sia successo, chi sia stato a premere il grilletto è ancora da accertare. De Santis, al momento, è il principale indiziato anche se, interrogato dalla polizia, ha negato di essere stato lui a sparare. Nelle prossime ore verrà sottoposto allo stub, l’esame delle tracce di polvere da sparo sulle mani. Non si esclude tuttavia che a sparare possa essere stato qualcun altro. Forse una guardia giurata, racconta qualcuno. A terra, non lontano da dove saranno ritrovati i 6 bossoli, vengono soccorsi tre uomini, uno ferito alla mano, uno al braccio, l’altro in fin di vita. Continuano i testimoni: “Dopo un po’ abbiamo visto De Santis che tornava di corsa. Continuava a inveire contro i napoletani, e quelli lo inseguivano urlando, saranno stati una ventina. L’hanno raggiunto, l’hanno sopraffatto e l’hanno riempito di botte. Se ne sono andati quando hanno visto che era a terra e non si muoveva più”. A quel punto, da un edificio lì vicino, una casa di produzione cinematografica, la Ciak, è uscito un uomo che ha provato a soccorrere il ferito, portandolo in salvo all’interno. “Dopo pochi minuti, però, abbiamo sentito un frastuono”. Erano altri tifosi del Napoli che tornavano per fare giustizia, stavolta in cinquanta: la loro ira era montata a dismisura di fronte alle prime tragiche notizie sullo stato di salute di Esposito. Hanno spaccato i cancelli e sono entrati. “Hanno cercato di ammazzarlo in tutti i modi, l’hanno preso a calci, pugni, bastonate. Gli hanno rigirato le caviglie e spaccato le gambe. A un certo punto, uno ha preso in mano un carrellino montacarichi giallo, di quelli che si usano per i colli pesanti durante i traslochi, e l’ha colpito alla testa”. Quando nuovamente De Santis non dava più segni di vita il gruppo ha abbandonato il Ciak, non prima di ammonire il proprietario, l’uomo che aveva prestato il primo soccorso: “Se mio fratello muore – ha detto uno degli aggressori, con evidente accento napoletano – Io torno qui e ti ammazzo pure a te”.
La polizia è arrivata pochi minuti dopo e ha posto sotto sequestro l’intera area. Dopo una breve perquisizione è stata trovata anche la calibro 7,65 in un bidone della spazzatura. “L’ho messa lì io – ha spiegato uno dei testimoni – L’ho notata nel cortile e ho pensato che se l’avessero trovata quelli del Napoli ci avrebbero sparato a tutti “.
I tre tifosi napoletani in questione sarebbero proprio Ciro Esposito, Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti. Anche loro sarebbero stati arrestati.
Ecco l’altro elemento da tenere a mente: la presenza di infiltrazioni della tifoseria romanista, notoriamente ai ferri corti tanto con quella napoletana che fiorentina. Anche se dalla Questura si fa sapere che non è stata un’azione programmata ma l’iniziativa di un singolo. Sarà, ma resta il fatto che su “La Gazzetta dello Sport” si fa espressa menzione della presenza di “romanisti e laziali per regolare in strada qualche conto in sospeso con i napoletani, nella curva della Fiorentina erano infiltrati almeno un centinaio di veronesi, in quella del Napoli hanno trovato posto una cinquantina di genoani, una ventina di catanesi e perfino qualche rappresentante del Plovdiv, la squadra bulgara con cui recentemente gli ultrà azzurri hanno stretto un gemellaggio”. Una sorta di gigantesca “reunion” di teppisti in cerca di “risolvere” antiche ruggini.
Il resto è storia tristemente nota con l’ira montante della tifoseria napoletana, dopo aver appreso la notizia. Di qui le richieste di non giocare Fiorentina-Napoli e gli infiniti conciliaboli delle Autorità preposte per decidere il da farsi. Hamsik costretto a interloquire con i due capipopolo “adagiati” sulle recinzioni e il fitto lancio di fumogeni, petardi e bombe carta che vedevano come bersagli umani i vigili del fuoco, uno dei quali, sfiorato, si accasciava a terra stordito. Per fortuna, nulla di più. La partita si sarebbe poi giocata. Ma con 45 minuti di ritardo.
Poi, i fischi all’inno di Mameli, i soliti cori invocanti l’attività eruttiva del Vesuvio, la parentesi surreale di calcio giocato, l’indegna e irresponsabile invasione di campo con il “contorno” del dileggio della tifoseria rivale.
Il Ministro dell’interno, Angelino Alfano , ha voluto ribadire con forza, dagli schermi di Rai Uno, l’assoluta assenza di qualsivoglia forma di trattativa con i capi tifosi del Napoli. L’iniziativa del colloquio tra Hamsik e la propria curva sarebbe, quindi, stata presa dalla SSC Napoli. Nessuno ne dubita ma resta la gravità del fatto che sia stato permesso al capitano di una delle due formazioni di interloquire con questi personaggi. Di fatto, legittimandoli. E offrendogli una ribalta. Proprio ciò che vogliono. E ciò che non può esser tollerato.
Si sarebbe dovuto convocare i due capitani nella postazione dello speaker e comunicare allo stadio tutto la decisione. Punto. Esattamente come avvenne con Scirea e Neal nella tragica serata dell’Heysel del 1985.
Ha anche aggiunto, Alfano, che da oggi si provvederà ad un ulteriore “giro di vite” e si procederà all’irrogazione di un Daspo permanente. Ma non viene il sospetto che proprio il Daspo in sé sia una misura totalmente inefficace?
Quanto alle infiltrazioni di ultras di altre tifoserie, al di là del possibile episodio criminoso isolato, se confermate, confermerebbero i timori già paventati da giorni su tutti i mezzi d’informazioni dedicatisi alla presentazione dell’evento. Essersi fatti cogliere alla sprovvista non è, dunque, vieppiù, giustificabile.
E resta da spiegare come, a fronte di un’inflessibilità ostentata a più riprese verso cori e striscioni, non faccia da riscontro altrettanto rigore nel controllare gli ingressi. Certi soggetti sono noti e alcuni già assoggettati al Daspo. E’ servito a qualcosa? E chi ha permesso l’ingresso a tifosi che indossavano maglie che offendevano esplicitamente la memoria di Filippo Raciti? E come è stata possibile l’invasione di campo a fine gara?
Più semplice occuparsi di qualche cretino che fa “buu” a Balotelli. E pensare che così si è risolto il problema.
In un paese civile, dopo un fatto del genere, ci sarebbero dimissioni di massa, dai vertici in giù. Qui si mangiano banane in un contesto da spot permanente.
Con 80 euro in più al mese ce ne potremo permettere qualcuna in più anche noi. Sperando siano genuine, al contrario delle maglie “somostodosmacacos”.
Non si può chiudere senza citare le parole, amarissime, pronunciate ai microfoni di Sport Mediaset, da Marisa Grasso, vedova di Filippo Raciti: “Mi fa rivivere quel dramma, è una situazione inammissibile, umiliante, offensiva. A distanza di 8 anni a cosa è servito il sacrificio di mio marito? Non accetto che venga umiliata la sua memoria”, ha detto in riferimento alla maglietta che inneggiava all’omicida di Raciti, Speziale. E ancora: “Lo Stato è debole, è inaccettabile che questi teppisti possano dettare comandi, anche l’indossare una maglietta con il nome di un assassino è una sconfitta degli onesti”.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy