Se vuoi uscire ed essere libero di circolare, d’ora in poi non devi solo indossare i dispositivi obbligatori e mantenere la distanza di sicurezza dagli altri individui. Meglio se sul tuo smart phone scaricherai (ma non è obbligatorio) l’App di tracciamento dei contagi da coronavirus scelta dal governo. Il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ha firmato l’ordinanza.
Si tratta del progetto selezionato dal gruppo di esperti insediato al dicastero dell’Innovazione, proposto al premier dal ministro Paola Pisano il 10 aprile e ora sottoposto al vaglio del team Colao. Come per la filiera agroalimentare, anche noi con IMMUNI godremo di quella tracciabilità che permette di verificare storia, movimenti e percorso.
E’ stata firmata ed è quindi ora operativa l’ordinanza del Commissario Domenico Arcuri con la quale si dispone “di procedere alla stipula del contratto di concessione gratuita della licenza d’uso sul software di contact tracing e di appalto di servizio gratuito con la società Bending Spoons Spa”. Lo scrive l’Ansa riportando i commenti delle due parti stipulanti, rappresentante del governo e società specializzata nella creazione e distribuzione di app mobili.
“Sono molto orgoglioso della passione, abnegazione e competenza dei nostri ingegneri, scienziati e di tutto il team Immuni. Abbiamo fatto, e faremo, del nostro meglio”: è il commento di Luca Ferrari, AD di Bending Spoons, la software house milanese la cui app è stata scelta dal governo italiano per contenere l’emergenza Covid-19. L’azienda ricorda che “la Presidenza del Consiglio dei Ministri è il licenziatario dell’uso del prodotto. Bending Spoons agisce completamente gratuitamente, finanziando autonomamente i propri costi e non ricevendo alcun corrispettivo per il suo impegno”.
L’Ordinanza è la numero 10 del 16 aprile del Commissario straordinario Arcuri ed è pubblicata sul sito del Governo. “La presente ordinanza – si legge – è pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale”. L’ordinanza di Arcuri ha tenuto conto anche “che la società Bending Spoons Spa esclusivamente per spirito di solidarietà e, quindi, al solo scopo di fornire un proprio contributo, volontario e personale, utile per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 in atto, ha manifestato la volontà di concedere in licenza d’uso aperta, gratuita e perpetua, al commissario straordinario per l’attuazione ed il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19 e alla Presidenza del consiglio del ministri, il codice sorgente e tutte le componenti applicative facenti parte del sistema di contact recing già sviluppate. Nonché, si legge ancora nell’ordinanza, per le medesime ragioni e motivazioni e sempre a titolo gratuito ha manifestato la propria disponibilità a completare gli sviluppi informatici che si renderanno necessari per consentire la messa in esercizio del sistema nazionale di contact racing digitale”.
L’app che dovrebbe chiamarsi Immuni, sarà “un pilastro importante nella gestione della fase successiva dell’emergenza”, la sperimentazione sarà in alcune regioni pilota, poi verrà estesa, ha spiegato Domenico Arcuri, Commissario per l’emergenza, che auspica “una massiccia adesione volontaria dei cittadini”.
La scelta converge dunque sull’applicazione messa a punto dalla società milanese Bending Spoons in partnership con il Centro Diagnostico Santagostino di Luca Foresti e con la società di marketing digitale Jakala. L’app ha partecipato alla selezione del ministero dell’Innovazione dove sono arrivate oltre 300 proposte. Si basa sul bluetooth (ma è adattabile anche al Gps) principio cardine su cui si muove l’Europa.
Proprio ieri, infatti, la Commissione Ue ha dettato le regole per il sistema di tracciamento: anonimato e niente geolocalizzazione, sì a bluetooth e volontarietà. “I Paesi Ue stanno convergendo verso un approccio comune” con “soluzioni che minimizzano il trattamento dei dati personali”, scrive l’Europa nel documento stilato oggi in collaborazione con i governi.
Oltre ai requisiti di volontarietà e interoperabilità tra Stati, già ribaditi, l’Ue si è soffermata inn particolare sulla tecnologia giudicata più idonea per le app di tracciamento, cioè il bluetooth che deve “stimare con sufficiente precisione” (circa 1 metro) “la vicinanza” tra le persone per rendere efficace l’avvertimento se si è venuti in contatto con una persona positiva al Covid-19. “I dati sulla posizione dei cittadini non sono necessari né consigliati ai fini del tracciamento del contagio” sottolinea Bruxelles, precisando che l’obiettivo delle app “non è seguire i movimenti delle persone o far rispettare le regole” perché questo “creerebbe rilevanti problemi di sicurezza e privacy”. Per mantenere l’anonimato, è previsto che le app utilizzino un ID (codice d’identificazione utente, ndr) “anonimo e temporaneo che consenta di stabilire un contatto con gli altri utenti nelle vicinanze”.
In Europa esiste già un progetto che soddisfa questi criteri, su cui stanno convergendo Francia e Germania. Si chiama Pepp-Pt (Pan-European Privacy-Preserving Proximity Tracing) è stato messa in piedi da un gruppo di 130 scienziati e 32 fra aziende e istituti di ricerca di 8 Paesi (tra cui la Fondazione ISI di Torino). Tra i partner del progetto ci sono anche Vodafone e, appunto, Bending Spoons.
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