La Juve torna a vincere: 2-1 alla Fiorentina di un Mihajlovic cui la proprietà viola conferma la fiducia ma che appare sempre più in bilico. I bianconeri partono subito molto forte. Il 4-2-3-1 di Conte funziona. La squadra costruisce 7/8 palle-gol nitide solo nel primo tempo. La Fiorentina? Non pervenuta. L’unico torto della Juve è quello di segnare una sola rete con Bonucci al 13’, lesto a ribadire in rete una difettosa respinta di Boruc su tiro di Vidal. Vucinic si divora un go fatto ed è sfortunato in un’altra occasione, Pepe, eccellente, perde due volte il duello con Boruc. Pirlo illumina la regia con numeri d’alta scuola.
Al rientro dagli spogliatoi, la musica è ben altra. Mihajlovic deve aver fatto sentire la sua voce e i viola, molto più grintosi, stringono subito d’assedio l’area juventina. E dopo soli 13’, Jovetic pareggia con una splendida conclusione a giro, al termine di una combinazione in velocità, rifinita da un Cerci, autore di una prestazione molto al di sotto delle attese. Ed è qui che la Juve dimostra di meritare i tre punti, ripartendo con grande aggressività e costringendo, da subito, i rivali sulla difensiva. E così, dopo soli 7 minuti dalla rete del montenegrino, arriva la percussione dell’ottimo Pepe che, pur sbilanciato e in caduta, riesce a far filtrare un pallone per Matri che insacca il 2-1. La reazione dei viola è rabbiosa ma disordinata e a nulla servono le sgroppate di un inesauribile Behrami ( giallo, verrà squalificato) e del rientrante ( e subentrato) Gilardino. La partita finisce 2-1. Al termine, un Conte, neanche troppo soddisfatto, dice. “”Ho cercato di tenere alta la tensione perchè dopo un primo tempo così non puoi lasciare aperta la partita e infatti nel secondo tempo siamo stati puniti. Bisogna crescere, però devo dire che ho dei ragazzi splendidi, che hanno voglia di lavorare e di fare cose importanti. La strada è lunga, ma stiamo crescendo. Adesso rimaniamo quelli che eravamo. Sembrava che dopo due pareggi fossimo diventati scarsi. Non eravamo fenomeni prima, non siamo diventati scarsi dopo. Io sono molto contento di quello che hanno fatto i calciatori, hanno giocato con determinazione, personalità, cattiveria e sono contento perchè meritano questa soddisfazione. Non ci possiamo mai dimenticare, però, da dove arriviamo: noi arriviamo da giù, da due settimi posti e questo deve essere per forza un percorso di crescita. E vedo che i giocatori stanno ritrovando un equilibrio importante: non si fanno condizionare nè dalle critiche nè dagli elogi”. Un discorso da “pompiere” e da perfezionista. Un discorso da chi è stato, non a caso, capitano.
Daniele Puppo
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