L'immagine del gol di Tevez che tanto ha fatto discutere
Una Roma con un’intera squadra indisponibile tra infortuni, squalifiche e impegni in Coppa d’Africa (Castàn, Balzaretti, Manolas, De Rossi, Florenzi, Strootman, Iturbe, Ibarbo, Gervinho, Doumbia) e con Totti, influenzato, in campo solo per un’ora e per onor di firma riesce a sbancare il Sant’Elia e a mantenersi a – 7 dalla Juve, tenendo l’arrembante Napoli 4 punti sotto.
Il 2-1 di Cagliari è, sostanzialmente, immeritato, viste le numerose occasioni (alcune veramente ghiottissime) sprecate dagli isolani, con lo sfortunato Cop in testa, ma, date le condizioni di partenza, è un risultato quasi insperato e, tutto sommato, da accogliere con grande soddisfazione. Va più che bene così. Per il gioco, ripassare quando i tempi saranno meno grami.
La vittoria dei giallorossi è maturata grazie ad un discreto primo tempo, dove la squadra di Garcia ha mostrato le cose migliori, tenendo palla e testa alle folate rabbiose di un Cagliari di Zola che al colpo grosso credeva, eccome. Poi, un secondo tempo da provinciale, tutta indietro a difendere l’isolata (e anche un pò occasionale) rete di Ljajic. Ne è scaturita una seconda frazione di grande sofferenza, ma i vicecampioni hanno dimostrato sufficiente cuore per aggrapparsi con le unghie e con i denti allo striminzito vantaggio, resistendo ad un Cagliari assoluto padrone del campo, sino a trovare il raddoppio con il giovane argentino Paredes. l’1-2 di M’Poku a tempo ormai scaduto non poteva più costituire una minaccia per la sofferta vittoria capitolina. Sugli scudi il quasi esordiente Verde, autore degli assist per entrambe le segnature romanista. Ma, a proposito del talentuoso centrocampista-trequartista, è tutta la “linea verde” (scusate il gioco di parole) ad aver convinto: ottimi Paredes (subentrato a Ljajic) e Sanabria (in campo al posto di un Totti visibilmente a scartamento più ridotto del solito). A dimostrazione che, dietro al gruppo dei titolari, esiste una batteria di giovani rincalzi di sicuro valore che, all’occorrenza (e ieri lo stato di necessità era molto vicino a quello di una calamità naturale…), può non far rimpiangere troppo i più illustri colleghi assenti.
Il giovane Verde, migliore in campo al Sant’Elia
Non una grande Roma, come magari ha visto Garcia, ma una squadra che ha saputo soffrire, ondeggiare una volta spinta alle corde, ma è che è rimasta in piedi, nonostante l’arrembare di un avversario in piena salute. E, con sulle spalle, il fardello di dover incamerare assolutamente i tre punti per mantenere accesa la fiammella della speranza e, vista da altra prospettiva, per tenere a distanza un Napoli che, ancora una volta senza convincere sino in fondo, ha inanellato l’ennesima vittoria. Stavolta ai danni di un’Udinese, fortemente penalizzata da episodi, di campo e arbitrali. Un 3-1, quello del S. Paolo, figlio della grande qualità degli avanti partenopei (Higuaìn, Hamsik, Mertens, Gabbiadini e poi Callejòn), capaci di trovare combinazioni ad altissima velocità che metterebbero in crisi chiunque. Non solo in Italia. Peccato per il resto: la difesa, pur migliorata, subisce ancora troppo e il centrocampo filtra con il contagocce. Quella azzurra rimane una magnifica incompiuta. Ma in grado di vincere a prescindere dalla quantità/qualità del gioco espresso. Laddove organizzazione ed equilibrio tra i reparti non possono, arriva il talento sconfinato dei singoli. Una Roma al meglio della condizione e con l’infermeria per una volta svuotata, rimane altra cosa, ma, al momento, questa è la situazione e quella di Benitez rimane una concorrente da temere, eccome.
Ieri è stata anche la giornata delle polemiche e dei veleni, a suon di comunicati “pepati” tra Juve e Milan. In particolare, il signor Galliani che non deve aver digerito proprio bene il netto 3-1 con cui i bianconeri nell’anticipo del sabato avevano liquidato la sua creatura, evidenziandone, una volta di più, i macroscopici limiti, tanto tecnici quanto tattici. Invece, il buon Adriano ha pensato bene di focalizzare l’attenzione su un tema del tutto inedito: la paternità della regia della grafica proiettata sulle linee del campo! Dopo aver tanto invocato la moviola come panacea di tutti i mali (non sarà mai così, ma meglio averla che non averla), si è, dunque, arrivati anche a questo: mettere in discussione la buona fede di chi gestisce un “righello” immaginario che altro non fa che seguire le striature del prato di gioco…. E’ seguita una replica alquanto piccata della società bianconera. Di lì in poi, un botta e risposta durato una giornata intera. Quanta nostalgia per il buon vecchio (e reale) righello che Boniperti e Viola si scambiavano nel 1981 dopo il gol annullato a Turone. Eppure lì c’era in palio uno scudetto, non una sfida tra due formazioni separate da un abisso di 24 punti!
Quanto al resto della giornata, non molto meno surreale della polemica dirigenziale, figlia anche di inimicizie estive coltivate sugli opposti fronti delle candidature alla presidenza Figc (Agnelli da una parte, l’asse Galliani-Lotito dall’altra), è stato quanto si è visto a S.Siro dove un’Inter convalescente ma già discreta ha battuto il Palermo per 3-0. Ad andare in rete, però, non sono stati due giocatori qualunque, ma Guarìn ed Icardi, ossia i due “colpevoli” del rilancio delle maglie verso i tifosi dopo la sconfitta con il Sassuolo con tanto di scaramucce verbali annesse. Entrambi hanno preferito non esultare dopo le rispettive segnature. Sintomo che i rapporti con le frange più calde del tifo nerazzurro non sono ancora normalizzati. I due ragazzi dovranno pure crescere, come ha avuto modo di dire Mancini a fine gara, ma l’ostilità mostrata soprattutto nei confronti del bomber argentino, unico autentico patrimonio tecnico della squadra da difendere a denti stretti, continua ad essere una scelta incomprensibile e davvero “tafazziana”.
Bene, e molto, il Toro di Ventura che, pur contando su un’organico molto ridimensionato per le cessioni di due pezzi da novanta come Immobile e Cerci, ha condotto i suoi granata al 9° risultato utile consecutivo, nonchè 4° vittoria di fila, numeri che non si registravano dall’era magica di Gigi Radice. La rosa torinista è non eccelsa, e certamente non attrezzata per sostenere il triplice impegno campionato- Coppa Italia-Europa League. Non un caso, forse, che questa sequenza si sia concretizzata durante la sosta delle coppe europee.
Infine, un richiamo al match in programma questa sera all’Olimpico: la Lazio di Pioli, rinforzata dal rientro di Felipe Anderson (prevista per lui una staffetta con capitan Mauri), avrà l’occasione, contro il Genoa, di cogliere un doppio obiettivo: riprendersi il quarto posto e rompere una sequenza, davvero grottesca, di sette sconfitte consecutive patite (nelle modalità più disparate) contro i dirimpettai rossoblu nelle ultime sette sfide di campionato!
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy