Schuerrle ha appena siglato il vantaggio tedesco nei supplementari
Sarà Germania-Francia il quarto di finale del Mondiale nella parte di tabellone già presidiata da Brasile e Colombia. Esame di africano superato per le due potenze europee ma Algeria e Nigeria hanno fornito ben più della classica “eroica resistenza”: hanno giocato per vincere . Non ci sono riuscite ma escono da questo Brasile 2014, comunque a testa altissima.
La Germania ha dovuto far ricorso ai tempi supplementari per domare un’Algeria che, sia pur lasciando il pallone per larghi tratti di gara ai tedeschi e giocando più coperta dei rivali, non ha mai smesso di provare ad arrivare a Neuer. Persino sullo 0-2 nei supplementari quando la partita era, oggettivamente, in ghiaccio per gli uomini di Loew. E, particolare non secondario, la Germania non ha disputato una partita trascendentale ma buona sì.
La gioia della “Nationalmannschaft” per il pericolo scampato
L’Algeria ha addirittura dominato parte del primo tempo dove la trasmissione di palla dei tedeschi scorreva lenta e con qualche imprecisione di troppo e i nordafricani, in velocità, quasi scherzavano la retroguardia dei bianchi. Neuer ha dovuto far appello a tutto il suo senso della posizione abbinato al tempismo nelle uscite e alla capacità di usare piedi e testa come fosse un giocatore di movimento per interpretare il ruolo di libero alle spalle della linea a quattro, dove l’assenza di Hummels si sente eccome. il portiere tedesco è bravissimo a fermare Slimani uscendo con i piedi e subito dopo il giocatore algerino di maggior talento, Feghouli, manda a lato da buona posizione. C’è anche il brivido della rete per le “volpi del deserto”: la sigla Slimani ma è in fuorigioco. Decisione corretta dell’arbitro brasiliano Ricci, mentre non lo era stata (errore da condividere con gli assistenti) quella di fermare un’interessante incursione sulla destra del sampdoriano Mustafi (si romperà più tardi, per lui 3 settimane di stop e Mondiale finito). Un sinistro molto violento (la sua specialità) ma largo di Ghoulam, uno dei rinforzi del mercato di gennaio del Napoli, chiude la fase di predominio nordafricano. Poi, poco prima dell’intervallo, l’occasione più solare arriva per i tedeschi con il portiere algerino M’Bolhi bravo a respingere su tiro potente di Kroos ma bravissimo sul tap in a botta sicura di Goetze.
Nella ripresa i tedeschi aumentano i giri del motore e creano subito occasioni con il neontrato Schuerrle e Mustafi. M’Bohli è poi bravissimo su un bolide dell’onnipresente Lahm (in questa fase ancora in mediana come nel Bayern, chiuderà sulla fascia). Interessante notare come la Germania eserciti una netta supremazia territoriale, eredità del tiki taken di Guardiola, portato in dote alla “Nationalmannschaft” dal folto blocco Bayern. In questo secondo tempo, però, allo sterile possesso palla del primo, gli uomini di Loew aggiungono la velocità che mancava. L’Algeria, almeno nel primo quarto d’ora, subisce senza avere le energie necessarie a pungere in ripartenza. Ma la squadra di Halilhodzic sta solo rifiatando e presto torna insidiosa. Neuer è costretto ad affannose chiusure in uscita ma è il dirimpettaio, M’Bohli, a correre i pericoli maggiori: semplicemente strepitoso su un colpo di testa a botta sicura di Thomas Mueller, veramente il giocatore più eclettico del Mondiale, che ha avuto il solo torto di non aver schiacciato la palla sul terreno. Lo stesso Mueller spreca poco dopo il possibile gol apriscatole e anche Schweinsteiger lo imita a stretto giro di posta. Si chiude anche la seconda frazione con i tedeschi avanti con convinzione e un’Algeria che, pur calata fisicamente, tiene botta ed ha ancora la forza di ripartire. Proprio in chiusura è provvidenziale un’uscita alla disperata di Neuer che salva, di fatto, il mondiale tedesco. In ombra e a volte un pò troppo “morbido” e lezioso Oezil.
Vahid Halilhodzic: lo stile del tecnico bosniaco dell’Algeria è ancora quello di quando giocava
I supplementari si aprono con l’immediata rete di Schuerrle, abile (molti diranno anche un pò fortunato ma il gesto era voluto, provato più volte in allenamento e già riuscito in amichevole con l’Armenia) a trafiggere l’ottimo M’Bohli con una deviazione di tacco-interno caviglia su babà servitogli da sinistra dal tuttofare Mueller. Di un Oezil, fin lì piuttosto evanescente e, a tratti, anche un pò lezioso, il raddoppio. Nel recupero, il gol della bandiera e dell’orgoglio nordafricano di Djabou. L’Algeria prova anche l’ultimo sussulto con Slimani ma è troppo tardi. La squadra di Halilhodzic si congeda dal Mondiale salutando il suo numerosissimo seguito (persino lo Stato algerino si è sobbarcato le spese per garantire ponti aerei per i tifosi tra Algeria e Brasile) e il tecnico, il bosniaco Vahid Halilhodzic, girovago del pallone da giocatore, ferito agli albori della guerra di Jugoslavia e ora giramondo anche da tecnico, si lascia andare ad un pianto d’addio: proseguirà le sue peregrinazioni in Turchia allenando il Trabzonspor. Per vendicare la “vergogna di Gijòn” dell’82 ci sarà un’altra occasione.
Tifosi algerini ricordano il “biscotto” dell”82
La Germania, invece, tira un sospiro di sollievo perchè ha sì meritato il passaggio ai quarti ma ha non solo sofferto più del previsto, ha proprio rischiato di uscire. Ora, in vista del match di venerdì con la Francia, dovrà recuperare energie e superstiti perchè gli infortuni cominciano ad essere veramente troppi e i pezzi pregiati indisponibili, tra vigilia del Mondiale e torneo in corso d’opera, rischiano di compromettere le chances di una delle più serie indiziate di successo finale. Curioso che a decidere la partita, con tanto Bayern in campo, siano stati due giocatori che, invece, si esibiscono in Premier (Schuerrle fa il jolly subentrante anche nel Chelsea di Mourinho e Oezil tocchetta di fino per l’Arsenal).
L’imperioso stacco aereo di Pogba punisce l’incertezza di Enyeama
Tra mille patemi, ma senza la coda dei supplementari, anche i “galletti”, nel pomeriggio, avevano superato il loro scoglio africano. Una Francia che, nonostante il 2-0 finale, ha sofferto per un’ora abbondante la maggior fisicità della Nigeria. Poi, ad undici minuti dalla fine, Pogba approfittava di un’uscita a farfalle di Enyeama per l’1-0 di testa e, quindi, sui titoli di coda l’autorete di Yobo andava a fissare il punteggio definitivo. Sorprendente, comunque, la tenuta atletica dei transalpini, usciti veramente bene alla distanza dopo un’ora di ambasce, quando sarebbe stato lecito attendersi l’affondo decisivo degli africani. Nell’ultima mezzora di gioco, invece, si è assistito ad una messe di occasioni degli uomini di Deschamps, segno che, evidentemente, questo è sì un Mondiale per grandi atleti ma se il fisico è supportato da qualità tecniche superiori, la fatica è minore. Prima della rete apriscatole del gioiello juventino (occhio al Chelsea però, che si è fatto avanti deciso nelle ultime ore), un salvataggio sulla linea di Moses su conclusione di Benzema (finalmente protagonista non appena riportato nella sua posizione naturale di punta centrale) e la traversa colta da Cabaye a far da prologo alla resa nigeriana. Dopo l’1-0, anche un miracolo di Enyeama sul subentrato Griezmann. Ecco, uno dei due momenti-chiave del match: l’ingresso della stellina della Real Sociedad in vece dell’opaco e inconcludente Giroud. L’attaccante della squadra basca ha spaccato la partita e consentito al compagno Benzema di tornare al centro. L’altro momento-chiave chiama in causa l’ennesimo episodio arbitrale discutibile di questo torneo: l’intervento con il piede a martello di Matuidi su Onazi, il motorino delle “Super Aquile” sanzionato dall’arbitro statunitense Geiger con il giallo. Il laziale, accusato il colpo, lasciava il campo con tibia e perone fratturati. Sarebbe dovuto essere rosso diretto per il giocatore del Psg. Con 30 minuti da giocare ancora davanti. Quelli in cui la Francia avrebbe poi fatto la differenza.
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