“Da quando è morta mia moglie Angela, nel 2014, le mie giornate erano vuote. E, soprattutto, ho cominciato a chiedermi che fine avesse fatto, cosa c’è dopo la morte, se l’avrei mai più rivista…”.
Inizia con la perdita della dolce, cara e insostituibile compagna di una vita – 52 anni di matrimonio – colpita da una gravissima malattia che la strappa alla famiglia in pochi mesi, la storia di Italo Spinelli, 82 anni, che nei giorni scorsi si è laureato in Filosofia con una tesi su Tommaso Moro. Novantadue/100 la votazione: “Avrei potuto fare meglio”, ha commentato il neo dottore.
Una vita da meccanico, per il dottor Spinelli che, come racconta il Corriere della Sera, ha scelto di studiare filosofia per cercare una risposta alle sue domande, per placare il suo dolore. Quattro anni fa aveva cominciato a chiedersi: “La rivedrò?”, “Dove è finita?”. O ancora: ”Ce l’abbiamo davvero un’anima?”. La risposta l’ha cercata e trovata nei libri e in un percorso rigoroso come gli studi universitari per i quali non ha esitato ad imparare anche l’utilizzo del computer per le lezioni on line.
“Sono sempre stato un curioso”, dice l’ex meccanico che ha passato una vita tra trattori e macchine agricole della Fiat di Modena, amante della storia e della filosofia. “Da sempre ho nutrito interesse per la filosofia, perché volevo capire il percorso dell’anima quando lascia il corpo”, ha spiegato in un’intervista al Resto del Carlino. “Poi dopo la morte di mia moglie Angela, stimata maestra e moglie esemplare, l’interesse si è trasformato in necessità”.
Una frase di Sant’Agostino ha dato inizio al suo percorso di studi presso l’università di Macerata che si è concluso con una tesi sull’umanista inglese San Tommaso Moro, canonizzato come martire da papa Pio XI nel 1935: “Un uomo di grande fede, affascinante, anche se io avrei preferito Giordano Bruno, la mente migliore che mi sia capitato di incontrare”, ha confessato Italo.
Oggi, al termine del suo percorso universitario – due, tre ore al giorno di studio per quattro anni: “Stavo per incagliarmi su Kant, dovevo risentire le lezioni (ha studiato con in corsi on line) più volte per fare proprio il concetto che spesso traducevo in metafora. Come il dualismo tra Platone e Aristotele, simile a quello tra Bartali e Coppi” – Spinelli è praticamente certo che una volta chiusi gli occhi per sempre rivedrà la sua adorata compagna.
A.B.
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