Strage di bambini ad Aleppo, città simbolo del conflitto che sta logorando la Siria da cinque anni: le forze del regime siriano hanno sganciato barili-bomba e missili su alcuni villaggi ribelli a sud della città che dal 1996 è patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Secondo quanto riporta l’Osservatorio siriano per i diritti umani, almeno 39 le vittime, di cui 17 bambini (8 della stessa famiglia), mentre decine sono i feriti.
Intanto Palmira, antica città siriana anch’essa patrimonio dell’umanità dall’Unesco, rischia di finire vittima della furia devastatrice dei jihadisti dello Stato Islamico, come accaduto ai siti archelogici nel Nord dell’Iraq. A lanciare l’allarme ancora l’Osservatorio siriano per i diritti umani, che riferisce di “avanzata” degli uomini del Califfato nei combattimenti presso la città storica con le forze del governo di Damasco.
“Dopo una fulminea avanzata nel deserto, dopo feroci combattimenti con le forze governative in cui sono morti 110 combattenti, i jihadisti ora sono a meno di due chilometri dalle rovine”, ha affermato il fondatore dell’Ong, Rami Abdel Rahman, prima di aggiungere che “Palmira è in pericolo”. Nella sua avanzata verso la città-oasi dalla sua roccaforte nella valle dell’Eufrate, “l’Isis ha preso il controllo di tutte le postazioni dell’esercito tra Al-Sukhnah e Palmira”, ha aggiunto Rahman. “Se l’antica città cade, sarà una catastrofe internazionale”, ha detto a France Press, il direttore dell’Aantichità, Maamoun Abdulkarim, L’Unesco, descrive Palmira come patrimonio di “eccezionale valore universale”. Vi sono i resti monumentali di una grande città che è stata uno dei più importanti centri culturali del mondo antico. La minaccia per i templi e le strade affiancate da colonne ben conservate grazie al clima del deserto, è una delle questioni su cui si discute alla conferenza internazionale in corso al Cairo sulla distruzione già provocata dai jihadisti sugli antichi siti di Nimrud e Hatra in Iraq.
In tre anni e mezzo di guerra, circa 300 siti del patrimonio culturale della Siria sono stati distrutti, danneggiati o saccheggiati: le località più martoriate sono senz’altro Aleppo e Palmira, secondo un rapporto dell’Onu basato su immagini da satellite.
Alcune regioni come Aleppo, dove gli insediamenti umani risalgono a 7mila anni fa, Damasco, Krak dei Cavalieri, Racca e Palmira – come ha indicato l’Istituto delle Nazioni Unite per la formazione e la ricerca (Unitar) hanno subito danni importanti. Con un programma per le applicazioni satellitari (Unosat), già a dicembre scorso i ricercatori avevano analizzato 18 zone (di cui sei iscritte nel patrimonio mondiale dell’Unesco) dove erano stati individuati 290 siti colpiti dalla guerra. Di questi, 24 risultavano distrutti, 104 con danni importanti, 84 parzialmente danneggiati, per altri 77 c’era questa probabilità. Ad Aleppo, ad esempio, il minareto della moschea duecentesca degli Omayyadi, risalente all’XI secolo, è stato distrutto; a Palmira sono state cancellate antiche necropoli.
Quella della Siria è una storia di frequenti lotte per il controllo dei centri urbani in opposizione alle campagne agricole. Ad Aleppo, al momento il regime ha tenuto duro, ma anche le opposizioni, quelle che hanno l’appoggio di Turchia e Arabia Saudita, provano a rilanciare l’offensiva a Ovest. Il regime di Bashar al-Assad sembra attraversare un frangente critico non solo per difficoltà militari ma anche economiche. Senza contare che il presidente siriano starebbe perdendo l’appoggio dei consiglieri più stretti e un colpo di stato sarebbe stato ordito da alti esponenti dei servizi segreti, scontenti della crescente influenza di Teheran a Damasco.
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