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Un fronte sanitario complesso, pericoloso e sfuggente connotato da un migliaio di morti e decine di migliaia di contagiati dal coronavirus ha fatto da scenario, in queste ore, ad un cinico, quanto criminale teatrino della finanza, dove i maggiorenti dell’Europa delle Banche, hanno spiegato, a chiare note, cosa l’Italia potrà e dovrà attendersi da quelli che dovremmo considerare paesi amici ed alleati. Molto poco o nulla.
Anzi peggio. Dobbiamo prepararci, una volta passata la bufera della nuova peste, ad affrontare le conseguenze finanziarie di una pesante crisi speculativa che ieri il nuovo presidente della Bce, Christine Lagarde, grazie alle sue improvvide ma calcolate dichiarazioni, ha scatenato, con un primo devastante effetto: un impressionante rialzo dello spread ed il contestuale crollo mondiale delle borse, con danni al mercato e alle tasche dei cittadini, per centinaia di miliardi.
Si sa che le parole, a volte possono fare più danni di cento atomiche.
E alla richiesta di aiuti, provenienti da mezza Europa, Christine Lagarde ha risposto in maniera a dir poco sconcertante: “Non siamo qui per chiudere gli spread, ci sono altri strumenti ed altri attori per gestire quelle questioni…”.
Viene spontaneo chiedersi: e chi sarebbero questi attori? La risposta è fin troppo facile: la vostra sorte, i vostri sacrifici e la vostra speranza di sopravvivenza, la lasciamo agli speculatori, ai pescecani del mercato. Agli affamatori dei popoli in difficoltà.
Ma la signora, che ha preso il posto di Mario Draghi, lo sa che il suo ruolo è proprio quello di aiutare i paesi in difficoltà? Lo sa, che lei non rappresenta gli interessi del mercato e dei ricchi ma quelli di tutti gli Stati dell’Unione? C’è da chiedersi in che mani Bruxelles ha messo la Banca Centrale? Per quanto tempo ancora gli anonimi uomini della finanza tossica internazionale dovranno condizionare le nostre vite? Possibile che i nuovi vertici della Ue abbiano già ignorato la lezione della Grecia? Non ricorda più nessuno che a guidare i falchi che imposero accordi giugulatori ad Atene c’era proprio la signora Lagarde, all’epoca, ai vertici del Fondo monetario internazionale?
Dietro le impudenti parole del nuovo presidente della Bce non c’è solo inadeguatezza, impreparazione e vigliaccheria ma anche calcolo e strategia. Quella dell’Europa delle banche e della finanza che trae guadagno dalle difficoltà dei Paesi più deboli. Solo per questo la Lagarde dovrebbe vergognarsi e dimettersi.
Purtroppo c’è da pensare che sia proprio l’Italia la vittima predestinata della cinica signora della Bce, a guida franco tedesca, con la supervisione del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann.
Oggi è fin troppo facile ipotizzare un attacco speculativo contro di noi, già indeboliti da una lunga crisi, cui ora si aggiungeranno i costi economici e sociali di un emergenza virus che lascia indifferenti, se non proprio ostili, i nostri partner europei.
Ed è proprio questo l’aspetto più sconcertante di una questione tremenda che solo il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha saputo cogliere nella sua essenza, sottolineando le incongruenze di una Unione indebolita e accecata dalla leucemia degli interessi di parte.
Con un messaggio carico di rabbia ai signori di Bruxelles e Francoforte, il Capo dello Stato, sostituendosi al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha spiegato bene che oggi l’Europa “deve aiutarci, non creare ostacoli”. Un messaggio sacrosanto che parla comunque il linguaggio dell’incomprensione e dell’ostilità, come se a comunicare tra loro non fossero due soci contraenti ma due nemici.
A richieste di solidarietà del nostro Paese, l’Europa ha risposto con un calcio in faccia, l’ennesimo, un trattamento usuale ormai destinato a restare ben impresso nella memoria degli italiani.
Al momento però al posto di un governo vergognosamente assente sta rispondendo un’Italia unanime, consapevole e autosegregata in casa, che ha deciso di affacciarsi a finestre e balconi per cantare l’Inno di Mameli e dimostrare che siamo pronti a sconfiggere virus e crisi.
Una risposta più corale e determinata non poteva esserci ed è giunta da quella comunità di sessanta milioni di italiani che grazie al Covid-19 sta ritrovando identità e voglia di lottare e rialzarsi.
La forza di una Nazione si vede da queste cose e non dallo spread.
Il messaggio, per la signora Lagarde e gli speculatori è servito: “L’Italia ce la farà”.
A dispetto di tutto. Anche dei banditi.
Enzo Cirillo
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