L’intero centrodestra, anche quello confluito nella maggioranza che sostiene il premier Matteo Renzi, si è ricompattato su un ddl che esclude il carcere per colletti bianchi e corrotti – impiegati, funzionari dello Stato, negozianti ecc. -. Dai verdiniani di Ala a Forza Italia, da Ncd ai fittiani, 27 parlamentari hanno firmato il testo che chiede la riforma del codice di procedura penale in modo che la custodia in carcere sia esclusa per il finanziamento illecito ai partiti e i reati non violenti, inclusi quindi tangenti, autoriciclaggio, truffe e reati economici.
Il ddl, presentato al Senato da Ciro Falanga (Ala), riscrive l’ultima parte della norma sulla custodia cautelare (articolo 274, primo comma, lettera C del Codice di procedura penale) eliminando, tra l’altro, il carcere per finanziamento illecito dei partiti e per quei reati anche gravi per i quali non c’è stato uso di armi o violenza.
L’attuale comma che sarebbe modificato dal ddl in caso di approvazione sancisce fra l’altro: “Se il pericolo (di reiterazione, ndr) riguarda la commissione di delitti della stessa specie di quello per cui si procede, le misure di custodia cautelare sono disposte soltanto se trattasi di delitti per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni ovvero, in caso di custodia cautelare in carcere, di delitti per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni nonché per il delitto di finanziamento illecito dei partiti”.
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