Iniziava 25 anni fa l’avventura dell’e-commerce italiano. A febbraio del 1996 la Olivetti presentava al mondo la propria piattaforma (www.mercato.it, oggi non più attiva) una tra le prime europee per la vendita di prodotti on-line. Si trattava in questo primo caso di una serie di aziende dell’eccellenza italiana che dall’editoria (Franco Maria Ricci) alla tecnologia (Apple, Olivetti e Vobis) passando per l’enogastronomia (Dessilani e Parmador) offriva la possibilità agli utenti internet, il cui numero allora era esiguo ma già in forte crescita, di fare acquisti e di ricevere comodamente i prodotti presso la propria abitazione, grazie alla consegna tramite un corriere. Da allora sono stati fatti notevoli progressi e dopo un primo momento, attorno all’anno 2000, in cui sembrava che il commercio digitale fosse destinato a scomparire prima ancora di nascere davvero, oggi ci ritroviamo con fatturati in crescita costante.
Secondo i dati raccolti dalla Casaleggio e Associati nel proprio rapporto annuale presentato lo scorso mese di maggio in una conferenza on-line, l’e-commerce ha fatturato in Italia nel 2020 ben 48,2 miliardi di euro, segnando una lieve flessione dell’1% rispetto al 2019, in quanto, diversi settori – come ha sottolineato Davide Casaleggio nella propria relazione – hanno riscontrato notevoli problemi nell’anno della pandemia (basti ricordare che il settore dei concerti e degli spettacoli dal vivo e quello del turismo sono stati di fatto bloccati per più di 12 mesi).
Dallo stesso rapporto emerge che una delle tendenze che si sta maggiormente diffondendo tra gli italiani è l’abitudine di effettuare gli acquisti tramite dispositivi mobili, soprattutto smartphone grazie anche all’utilizzo di applicazioni dedicate, che ha raggiunto ormai il 48% delle transazioni totali, guadagnando un ulteriore 4% rispetto al 2019.
Secondo il Salesforce Shopping Index che analizza i dati dell’e-commerce mondiale a cadenza trimestrale, il primo periodo del 2021 presenta dati ancora più incoraggianti, con una crescita globale del 58%, e una crescita in Italia del 78% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, che la colloca al terzo posto in Europa dietro Olanda e Regno Unito.
È indubitabile che la pandemia abbia giocato un ruolo decisivo nel consolidare un’abitudine di acquisto che già era in rapido aumento, soprattutto tra le nuove generazioni, nella società pre-covid19, ma che ora interessa anche utenti più anziani.
Nella ricerca di mercato effettuata da Magento Commerce per Adobe a fine 2020 sono stati intervistati in tutto il mondo circa 7000 consumatori di diverse fasce d’età, per scoprire come fossero cambiati i loro comportamenti nell’anno precedente: il 55% degli intervistati ha dichiarato che ora procede ai propri acquisti on-line con maggiore frequenza, ammettendo sia una maggior dipendenza (46%) dall’acquisto digitale, sia una aumento complessivo della propria spesa in questa modalità (65%). Una maggiore presenza online però significa anche consumatori più esigenti ed infatti risulta che 7 su 10 affermano di essere più inclini ad acquistare altrove se non riescono a trovare rapidamente i prodotti che cercano sul sito web di un rivenditore. E quasi due terzi (62%) abbandonerebbe una transazione in fase di pagamento se scoprisse che il rivenditore non offre la spedizione o i resi gratuiti. Secondo l’indagine i consumatori si aspettano che le esperienze di acquistosiano sicure, veloci e semplici, e sebbene sia impensabile che una persona rinunci all’acquisto on-line per andare in un negozio fisico è vero però che la concorrenza è sempre più agguerrita tra piattaforme rivali e i consumatori sono certamente più preparati a guardarsi intorno: il 52% afferma infatti di essere maggiormentepropenso a cercare sconti e offerte rispetto a prima.
Altro dato interessante che emerge da questo report: il 69% degli intervistati afferma che è importante o molto importante che i rivenditori abbiano buone certificazioni ambientali. La metà (49%) afferma addirittura di essere disposta a pagare di più per un prodotto se il rivenditore è più attento all’ecologia di un altro, ad esempio riducendo al minimo l’uso di materiali da imballaggio come plastica, polistirolo e pluriball.
L’aumento degli acquisti on-line significa anche un impegno maggiore da parte delle aziende, degli Stati e delle banche per mettere al sicuro i dati dei consumatori e le loro compravendite.Finalmente da gennaio 2021, attuando il regolamento delegato UE 2018/389 sui sistemi di pagamento entrato in vigore in Italia il 14 settembre 2019, per gli acquisti on-line è obbligatoria la doppia autenticazione tramite un codice usa e getta generato dalla propria banca e di norma inviato sul proprio telefono cellulare, questo unito alla già attiva tecnologia 3-D Secure, evita che l’eventuale clonazione delle carte possa causare addebiti non desiderati, una delle truffe più diffuse e fonte di maggiore preoccupazione da parte dei consumatori.
In un mondo che cambia sono tantissime le realtà, anche le più piccole e presenti nei centri minori della penisola, che sono state costrette, specialmente nell’ultimo anno a prevedere servizi di vendita online che prima non avrebbero preso in considerazione. Molte aziende, che già contemplavano vendite tramite i più famosi mercati digitali, o attraverso siti e negozi virtuali propri o ancora utilizzando i canali social si sono ritrovate ad avere queste comefonte principale di entrate, rivoluzionando totalmente il propriomodello commerciale.
Gianluca De Cristofaro, Vice Presidente per Commerce Cloudsul mercato italiano – un’azienda che aiuta le aziende a gestire i rapporti con i propri clienti – ha dichiarato che “La crescita del commercio digitale nel primo trimestre è il segnale che i rivenditori dovranno continuare a incrementare i loro investimenti nel digitale, mentre saranno impegnati nel ri-organizzare l’esperienza nel punto vendita. In definitiva, i negozi devono offrire un equilibrio di esperienze contactless e immersive per soddisfare le diverse esigenze dei consumatori”.
Se qualche anno fa i piccoli negozi di prossimità temevano di venir divorati dai grandi venditori digitali, oggi scoprono che aprire una propria vetrina virtuale, magari utilizzando il ritiro presso la propria sede è una modalità intelligente e virtuosa di continuare a prendersi cura della propria clientela affezionata e perché no per incontrarne di nuova da altre parti del mondo.
Elisa Rocca
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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