Dopo un anno di frequentazioni e un fidanzamento anche contrastato, finalmente è stato l’accordo tra le due aviolinee: firmato dall’Ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio, e dal Ceo di Etihad, James Hogan. Il closing dell’operazione è previsto verso la fine dell’anno dopo il via libera delle autorità di regolazione.
Le due compagnie hanno finalizzato un accordo da 1,758 miliardi che permetterà all’ex compagnia di bandiera di ‘rinascere’ per la seconda volta. La nuova Alitalia tonerà all’utile entro tre anni e sarà più sexy, promette James Hogan, che però non esclude altre scelte difficili.
L’atteso matrimonio fa comunque tirare un sospiro di sollievo un po’ a tutti, dall’azienda al Governo, dopo una settimana di passione in cui proteste dei lavoratori, frizioni tra i soci e intoppi sugli ultimi nodi hanno tenuto tutti in tensione fino all’ultimo. La sottoscrizione del patto è arrivata nel corso di una giornata graziata dal temuto rischio paralisi a Fiumicino, ma sospesa tra attesa e incertezza, con una conferenza organizzata da tempo, ma convocata con poco meno di due ore d’anticipo col timore che all’ultimo qualcosa potesse far saltare l’operazione. Gli ultimi tasselli sono arrivati, prima nella notte con la firma delle associazioni professionali e della Uilt all’accordo sul contratto e sui risparmi sul costo del lavoro; poi con l’ok dell’assemblea degli azionisti di Alitalia, che si è riunita in mattinata a Fiumicino, al testo dell’accordo e all’aumento di capitale da 300 milioni.
“È un investimento di di 1,758 miliardi di euro. Ci piace l’Italia, la sua cultura e il suo mercatò”, ha detto il Ceo di Etihad, James Hogan, il quale tra le altre cose ha affermato che “vogliamo rilanciare il brand e rendere Alitalia più sexy. Sicuramente sarà un’azienda diversa, non vogliamo cambiare tutto, ma renderla più stabile”.
“Ce l’abbiamo fatta – ha commentato dal canto suo l‘ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio – Dopo un anno di lavoro, tanta fatica e tante notti. Dopo tante turbolenze ci avviamo verso un percorso di navigazione, mi auguro, sereno e sicuro”.
Per il futuro di Alitalia “c’è davvero bisogno di una nuova azienda che chiuda con gli errori industriali del recente passato che hanno portato al fallimento di Alitalia-Cai”. E’ quanto ha affermato, dal fronte sindacale, il segretario generale della Filt-Cgil, Franco Nasso, sottolineando che l’intesa con Etihad è “sulla base di un piano industriale che, come abbiamo riconosciuto fin dal primo momento, può rappresentare finalmente una prospettiva positiva”.